• 03/06/2015

“Grillo ha detto che i segnali positivi sui posto di lavoro e sulla crescita sono ‘tutte balle’. Ne è ancora convinto, alla luce dei dati diffusi oggi dall’Istat? Il suo pare proprio l’atteggiamento di un “lazziatore”, uno di quei comici che Totò riteneva capaci solo di lazzi e macchiette”. Lo dichiara Michele Anzaldi, deputato del Partito Democratico.

“L'Istat – spiega Anzaldi – registra infatti la prima vera inversione di tendenza sul lavoro: nel primo trimestre di applicazione (gennaio-marzo 2015), la decontribuzione sui nuovi contratti fa segnare +133mila occupati su base annua, mentre nel primo mese di applicazione vera del contratto a tutele crescenti (aprile 2015) si registrano +159mila occupati rispetto al mese precedente. Si tratta dell'incremento più alto su base mensile degli ultimi sette anni. Sono i primi effetti del Jobs Act”.

“Negli ultimi mesi, però – continua il deputato democratico - non sono solo i dati sul lavoro a restituire il primo vero cambio di scenario dopo anni di crisi. Solo per citare alcuni altri indicatori: dopo tre anni consecutivi di calo, cresce per la prima volta il Pil (secondo l’Ocse, +0,6% nel 2015); tornano a salire i consumi delle famiglie (i dati Istat attestano un aumento dei consumi privati pari allo 0,5%, aumento che viene ricollegato da Bankitalia al bonus degli 80 euro); torna il segno più nel mercato immobiliare (nel 2014 compravendite a +3,5%) e nell'accensione dei mutui-casa (+50% nel I trimestre del 2015); riprende il settore dell’auto (a marzo le immatricolazioni fanno registrare un +15%, ad aprile +24,16%, a maggio + 10,78%), a conferma delle dinamiche di crescita, come altrettanto significativi in questo senso sono i dati sui consumi petroliferi e l’export”.

“Ovviamente c'è ancora molto da fare. Bisogna recuperare un milione di posti di lavoro persi negli ultimi anni e lo stop sulla crescita, servono misure maggiori contro la povertà ed è necessario che la ripartenza dell'economia si stabilizzi interessando tutta la società. Ma queste tessere mostrano un puzzle italiano finalmente reattivo, il Paese che torna a sperare”, conclude Michele Anzaldi.