• 16/02/2017

“Ad oltre un anno dall’approvazione del DLgs 149 del 2015 in merito alla semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro, non ci possiamo permettere passi indietro. Il nuovo Ispettorato Nazionale del lavoro (INL) è chiamato a contrastare efficacemente l’evasione e il lavoro nero e solamente questo moderno presidio di legalità può essere in grado di migliorare le misure per la sicurezza e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. È indispensabile avviare subito nuove linee guida ed un cronoprogramma certo per l’immediata attivazione della nuova casa degli ispettori del lavoro. Il vincolo normativo della riforma a costo zero è sicuramente un limite insidioso che rischia di far implodere le potenzialità insite nel nuovo soggetto. È necessario, perciò, superare questo ostacolo pensando nuovi investimenti opportunamente ricavabili dai risparmi di spesa e dal recupero del sommerso volti a garantire, come sottolineato nel parere della commissione Lavoro, formazioni e mezzi appropriati. Lo scetticismo verso il nuovo INL deve necessariamente lasciare il posto ad un nuovo dinamismo propositivo che possa evitare di bloccare non la nascita del nuovo ente ma, cosa ben più grave, la sua operatività”. Lo ha detto Antonio Boccuzzi, deputato del Pd e componente della commissione Lavoro.

“Un mercato del lavoro flessibile - ha proseguito Boccuzzi - richiederebbe analoga flessibilità nelle modalità operative degli ispettori del lavoro. Più presenza sul territorio, più flessibilità e semplificazione, meno burocrazia e provvedimenti farraginosi. Per essere all’altezza della sfida che il jobs act ci impone si dovrà necessariamente prendere il meglio dei soggetti che andranno a comporre l’ispettorato del lavoro (INL) per non correre il rischio di paralizzare l’attività ispettiva e vanificare la riforma. La buona riuscita della riforma ed il buon funzionamento dell’INL serve al Paese per tutelare al meglio la salute e  sicurezza dei lavoratori. Costruire una struttura moderna è la migliore garanzia per assicurare un recupero rapido e certo dell’evasione ed elusione contributiva che ammonta a circa 100 miliardi di euro annui”.