• 06/04/2016

“Il ministero del Lavoro negli ultimi giorni ha ribadito nelle faq del sito dedicato alle dimissioni on line che ‘La comunicazione obbligatoria di cessazione è inefficace se non è stata preceduta da una comunicazione del lavoratore resa con le modalità telematiche di cui al DM  color:darkblue">15 dicembre 2015’. Il problema è che nonostante sia già stato più volte sottoposto il problema, anche attraverso una mia interrogazione parlamentare, il ministero non tiene conto dei rapporti che si concludono per abbandono del posto di lavoro. Si tratta di circa 70.000 casi l'anno secondo le stime dei Consulenti del lavoro”. Lo ha detto Gessica Rostellato deputata del Pd componente della commissione Lavoro.

“In quel caso ad oggi cosa dovrebbe fare un datore di lavoro? È questa la domanda - ha proseguito Rostellato - che voglio fare in maniera forte e chiara al ministero. È inaccettabile che un datore di lavoro debba procedere con un licenziamento per abbandono del posto di lavoro. Ciò comporta per l'azienda il pagamento di un ticket di licenziamento (circa 1500 a dipendente) e può comportare l'erogazione della Naspi se richiesta dal lavoratore stesso e che in teoria non sarebbe dovuta. Questo potrebbe costare allo Stato fino a 1,47 miliardi di euro in due anni. La soluzione più semplice sarebbe quella di rifarsi alla precedente normativa Fornero che permetteva al datore di lavoro, dopo aver inviato comunicazione al dipendente, di ritenere concluso il rapporto di lavoro per dimissioni volontarie anche senza comunicazione ufficiale del dipendente. È necessario un chiarimento al più presto da parte del ministero del Lavoro, Poletti”.