• 16/02/2015

La situazione in Libia ha raggiunto livelli estremamente allarmanti, ed è giusto che l’Italia contribuisca ad un’iniziativa della comunità internazionale all’altezza della complessità e della drammaticità del quadro sul terreno. La divisione tra Tobruk e Tripoli, la mancanza di dialogo e i conflitti armati tra le diverse fazioni e autorità libiche stanno favorendo l’avanzata di ISIS in aree e città di importanza strategica. Non possiamo correre il rischio di azioni unilaterali, non condivise con tutti i principali attori dell’area e con le massime istituzioni sovranazionali. Non possiamo ripetere errori del recente passato. Qualsiasi iniziativa, politico-diplomatica e militare, va assunta in un quadro di legalità internazionale e con la più ampia condivisione possibile. Anche in Italia questo è il momento dell’unità e della responsabilità, della cautela e della determinazione se davvero vogliamo contrastare la minaccia e la violenza di ISIS. Guai a noi se trasformassimo anche questa delicatissima questione in una delle tante beghe di politica interna, buona per qualche polemica o qualche titolo ad effetto.