• 16/12/2015

“Le critiche all’abolizione sulla tassa sugli yacht sono ingiuste e frutto di un’informazione demagogica: è una misura indispensabile per risollevare un settore, che una tassa inutile ha gravemente compromesso”. Lo dichiara Tiziano Arlotti, deputato del Partito Democratico e firmatario dell’emendamento che abolisce la tassa di stazionamento delle imbarcazioni da diporto.

“Oltre ad avere incassato una cifra minima dell’imposta – spiega Arlotti – l’erario ha lasciato sul campo 630 milioni di euro per mancati introiti, fra Iva sui consumi connessi alla manutenzione e all’uso della barca, Iva e accise sul carburante, oltre a 50 milioni di euro persi dalle società pubbliche che gestiscono gli ormeggi. Tanto che al 31 dicembre del 2014, il gettito risultava pari a 6 milioni e 730mila euro. La ragione di tale flop fiscale è stato il fatto che la tassa introdotta dal governo Monti ha determinato la sciamatura all’estero di ben 40.000 imbarcazioni (un terzo del totale) verso i porti di Croazia, Serbia, Francia e Grecia. Abbiamo perso ben 10.000 posti di lavoro diretti e nell’indotto, oltre ai danni causati al turismo e alle attività collegate”.

“La nautica e la sua filiera turistica garantiscono, infatti, i massimi moltiplicatori del reddito e dell’occupazione di qualunque altro settore del cluster marittimo, incluso il croceristico. Penalizzarla senza avere una significativa entrata erariale è una pura assurdità”, conclude Tiziano Arlotti.