• 05/08/2014

"Con il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, si stanno forse determinando le condizioni per una ripresa dell'iniziativa politica sul difficile e decisivo fronte delle relazioni israelo-palestinesi. Le dichiarazioni di queste ore del ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, pur in un contesto inutilmente e dannosamente polemico contro l'Autorità nazionale palestinese, rappresentano un importante, inedito segnale di apertura, rispetto all'auspicio, formulato nei giorni scorsi dai gruppi parlamentari del Partito democratico, per una soluzione internazionale della crisi di Gaza attraverso un ruolo attivo dell'ONU". Così i capigruppo del Pd nelle commissioni Esteri di Camera e Senato, Enzo Amendola e Giorgio Tonini, commentano le affermazioni di Lieberman pronunciate davanti alla commissione Esteri e Difesa della Knesset, riportate ieri dalle agenzie di stampa, e confermate oggi a Gerusalemme durante un incontro con una rappresentanza della Commissione Esteri della Camera dei deputati italiana. "È necessario e urgente - osservano i due parlamentari democratici - porre fine alle immani sofferenze e alle assurde devastazioni prodotte dalla guerra, attraverso un immediato cessate il fuoco e una tregua come quella proposta dalla mediazione egiziana, giustamente sostenuta dal nostro governo. Ma la tregua potrà rivelarsi solida e duratura - sostengono Amendola e Tonini - solo in presenza di una svolta politica, che garantisca agli israeliani il diritto a non essere minacciati dagli arsenali di Hamas e ai palestinesi il diritto a vivere in condizioni pienamente umane, sia sul piano materiale che su quello della libertà".
"Solo un diretto coinvolgimento delle Nazioni Unite a Gaza e, in prospettiva, anche in Cisgiordania, del quale faccia parte anche il dispiegamento di una robusta forza multinazionale di caschi blu, come positivamente sperimentato in diversi altri scenari di crisi, dal Libano al Kossovo - concludono i due esponenti del Pd - può garantire ad entrambe le popolazioni interessate il rispetto di questi loro elementari diritti. Il nostro auspicio è che la comunità internazionale, a cominciare dall'Europa, non lasci cadere questi primi importanti segnali di apertura da parte del governo Israeliano, ma si metta all'opera, con realismo e speranza, per trasformarli in una concreta proposta politica, nella prospettiva dei due stati per i due popoli".