• 04/02/2016

"A don Fabbri dobbiamo essere grati, la sua audizione può essere definitiva di svolta”. Così Gero Grassi, componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, dopo la testimonianza di Fabio Fabbri, segretario di Monsignor Cesare Curioni, cappellano delle carceri durante i 55 giorni.

“Don Fabio – spiega Grassi - ci ha dato indicazioni importanti sulla base della confidenza che gli fece Curioni che, foto dell’autopsia alla mano, in particolare quella del cuore, disse 'io so chi lo ha ucciso, ne riconosco la firma: nessuno dei colpi ha toccato il muscolo cardiaco' . Fabbri ha spiegato che si trattava di un killer professionista che sparava proprio con quella modalità divenuta una sua ‘firma’: da ragazzo era stato detenuto al Beccaria di Milano. L’uomo ha vissuto a lungo all'estero. Ora la Commissione compirà tutti i doverosi passi per seguire le indicazioni di don Fabbri che, alla mia domanda: ci sta dicendo di seguire la pista dell’autopsia?, ha risposto, ‘Proprio così, lì c’è la firma”, conclude Grassi.