• 02/03/2016

"Oggi il loro gruppo di M5S ha bloccato l'ingresso della Commissione Finanze della Camera per impedirne lo svolgimento e la regolare partecipazione da parte degli altri gruppi. Fatto non nuovo, visto che Alessandro Di Battista impedì a suo tempo fisicamente al nostro capogruppo di svolgere un'intervista, o che potremmo ricordare anche altri esempi, in cui il concetto di fondo rimane sempre il medesimo: se non siamo d'accordo con voi allora meglio impedirvi di lavorare, di esprimerci, di votare”. Lo scrive su Facebook Emanuele Fiano, capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali alla Camera.

“La democrazia – continua - non è una pagina di storia e basta. Non è neanche un abito a proprio piacimento. La democrazia ha regole incrollabili, di rappresentanza, di libertà, di diritto a svolgere i ruoli istituzionali. Così è per la maggior parte delle persone. Non per molti dei 5 Stelle. D'altronde l'epidemia di espulsioni che ha colpito il M5S, l’insofferenza verso il contraddittorio che caratterizza le loro uscite televisive o ancora la loro dichiarata contrarietà a qualsiasi forma di legge che regolamenti la vita dei partiti, l'incertezza della catena decisionale interna al movimento, l'abbandono della trasparenza streaming delle loro riunioni, sono figli della stessa cultura. Qui esprimo senza remore il mio pensiero di fondo. Questi atteggiamenti sono figli di una cultura non democratica. Al fondo della critica ai risultati della democrazia italiana, che legittimamente essi esprimono, spesso ritroviamo non la proposta di un metodo democratico diverso, ma la scelta delle scorciatoie autoritarie. Niente regole, niente libertà di dissenso, nienteAncora agibilità per gli avversari.

Oggi qui hanno impedito lo svolgimento di una commissione perché dissentivano. E se ne vantano. Io suggerisco molta attenzione, la cura della democrazia non è la violenza”.

“P.S. La seduta del pomeriggio si è conclusa con la mia espulsione, reo di aver richiamato il presidente di turno al fatto che il giovane Alessandro Di Battista, mentre il nostro capogruppo chiedeva alla Presidenza di sospendere la seduta e convocare i capogruppo per ragionare di quello che era successo in commissione, indicava con gesti e voce che, se voleva discutere del loro picchetto, il capogruppo del Pd poteva pure andarsene. E io ho il difetto di non sopportare i fascisti”, ha concluso Fiano.