• 26/04/2016

“In un momento storico e sociale così delicato depotenziare la legge Mancino è un atto politicamente incomprensibile, che verrebbe ad affievolire quei valori alla base della Convenzione di New York del 1966 sulla discriminazione razziale oggi più attuali che mai”. Donatella Ferranti esprime “preoccupazione” per il testo sul negazionismo approdato nell’aula del Senato che introducendo l’avverbio ‘pubblicamente’ limita il campo d’azione della legge Mancino: “Il reato di negazionismo, ben delineato nei suoi elementi oggettivi dalla formulazione già approvata dal Senato in prima lettura e integrato dalla Camera, non richiede – sottolinea la presidente della commissione Giustizia a Montecitorio – l’indebolimento del reato di istigazione all’odio, alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi previsto dalla legge Mancino”. Non solo infatti la Convenzione di New York, ratificata nel ’75 e poi modificata dalla legge Mancino, “condanna ogni propaganda che giustifichi o incoraggi forme di odio o discriminazione razziale, ma c’è il rischio concreto – avverte Ferranti – che indagini e processi in corso impostati sull’attuale tenore della norma vengano travolti da una sostanziale depenalizzazione. Non credo sia questa la volontà dei promotori del reato di negazionismo, mi auguro dunque che in aula al Senato ci sia un rapido ripensamento”.