• 08/10/2014

“Le Sentinelle in Piedi sono riuscite a far parlare di sé. La protesta di pochi ha avuto l’involontario effetto di scuotere anche i molti che pensavano non fosse necessario ribadire che l’omofobia vada condannata". Lo dichiara Sara Moretto, deputata del Partito Democratico, intervenendo sulla questione delle recenti manifestazione da parte delle cosiddette Sentinelle in Piedi.

“Le cosiddette ‘veglie’ – spiega Moretto - nelle quali ‘silenziosamente’ le sentinelle manifestano la loro contrarietà alla legge sull'omofobia, dimostrano che c’è ancora bisogno di chiarire con forza, a voce alta, che discriminare una persona sulla base del suo orientamento sessuale è un atto di forte inciviltà. Un ‘pacato’ silenzio che nasconde, dietro la loro immersione nella lettura, un rifiuto al dialogo, al confronto, di chi si auto-investe di una funzione di sorveglianza sugli altri”.

“Trovo sia inaccettabile – prosegue Moretto – che le Sentinelle in piedi si autodefiniscano ‘una resistenza di cittadini’. La parola Resistenza ha un significato importante, non solo antifascista. In Italia, come in tanti altri posti del mondo, resistere significa lottare contro i soprusi e la negazione dei diritti – pensiamo ad esempio al Sud Africa e ai movimenti anti-apartheid o alle Madri dei desaparecidos di Plaza del Mayo in Argentina. Il concetto di ‘resistenza’ non può per questo essere associato a una manifestazione contro la libertà altrui, a sostegno di una discriminazione”.

“MI auguro per questo che in risposta a un finto silenzio, si alzi un grido di riaffermazione dell'uguaglianza tra le persone. Indipendentemente dal proprio orientamento sessuale che non è possibile negare quello degli altri.  Il nostro Paese ha ancora molta strada da fare e che non si possa affrontare a ‘colpi di circolare’, neanche se a farlo è un Ministro”, conclude la deputata democratica.