• 04/08/2014

“La decisione del governo di intervenire con quattro emendamenti soppressivi per modificare alcuni articoli del Decreto Pubblica Amministrazione riguardanti la materia previdenziale, impone di trovare rapidamente un’altra strada per sanare una situazione penalizzante”. Lo dichiarano Anna Giacobbe, Antonella Incerti e Patrizia Maestri, deputate del Partito Democratico e componenti in Commissione Lavoro alla Camera.

“Si tratta, in particolare – spiegano Giacobbe, Incerti e Maestri - dei 4000 insegnati che potrebbero andare in pensione dando semplicemente una corretta interpretazione della Legge Fornero, aprendo occasioni di lavoro per i giovani realizzando un pezzo di quel ricambio generazionale di cui c’è grande bisogno. Inoltre, rimarrebbe in vigore la riduzione dell’importo della pensione per quei lavoratori, del pubblico e del privato, che, anche con oltre 42 anni di contributi, sono penalizzati solo per avere cominciato presto a lavorare e raggiungono il diritto a pensione prima dei 62 anni. Gli emendamenti soppressivi del governo, poi, riguardano il pensionamento d'ufficio a 68 anni per i docenti universitari e l’'incremento delle pensioni di reversibilità per gli invalidi vittime del terrorismo”.

“Il governo – proseguono le tre deputate Pd - cede alla pressione della Ragioneria generale dello Stato, le ragioni della quale sono assolutamente discutibili. Per il superamento delle penalizzazioni, la Rgs mette in dubbio i numeri dei possibili pensionamenti forniti dall’Inps. Per ‘quota 96’, mette in discussione il numero dei destinatari, che il Ministero dell’Istruzione ha verificato direttamente con le persone interessate”.

“La stessa ministra Madia ha difeso questi provvedimenti nel passaggio alla Camera. Il Governo si adoperi quindi per verificare se esiste una strada alternativa capace di evitare gli effetti penalizzanti del decreto”, concludono Anna Giacobbe, Antonella Incerti e Patrizia Maestri.