• 07/08/2014

“Le difficoltà economiche del nostro Paese ci spingono a rinnovare con convinzione la fiducia al governo Renzi. La riforma della Pubblica amministrazione è un tassello importante che va nella giusta direzione del rinnovamento per arrivare ad una maggiore efficienza della Pa, ma è solo un primo passo; non ci fermeremo nel processo riformatore avviato dal governo del Pd”. Lo ha detto Enzo Lattuca, deputato del Pd componente della commissione Affari costituzionali, durante la dichiarazione di voto sul decreto sulla Pubblica amministrazione stamani nell’Aula di Montecitorio.

“Il decreto – ha proseguito Lattuca - è caratterizzato da un approccio positivo nei confronti del settore della amministrazione pubblica che è un settore fondamentale per il rilanciare del Paese. Da parte del governo non c’è ostilità nei confronti del pubblico impiego; chi ha cercato in questi anni di modificare la Pa dicendo che i dipendenti sono tutti fannulloni non ha ottenuto niente. Il provvedimento è caratterizzato dalla volontà di ricostruire una amministrazione pubblica che non sia ostile ai cittadini e alle imprese ma aperta alla collaborazione e alla semplificazione; ha un atteggiamento non punitivo dei dipendenti ma è anche capace di riforme in particolare sulle figure apicali, come è accaduto per la onnicomprensività per il trattamento sui dirigenti. Il divieto di trattenimento in servizio è positivo ma senza il turn over non porterà novità poiché l’assillo per ognuno di noi è la disoccupazione giovanile. Abbiamo messo in campo già qualcosa come la garanzia giovani, ma l’accesso alla Pa per le giovani generazioni, adesso difficile, deve essere reso più facile attraverso concorsi. Con legge delega possiamo ancora alzare l’asticella; penso al procedimento amministrativo e alla risoluzione del conflitti tra pubbliche amministrazioni. Se vogliamo veramente superare il frequente ricorso alla decretazione di urgenza e lasciare i decreti ad un ambito di straordinarietà, dobbiamo superare il bicameralismo perfetto. In molti si lamentano dei troppi decreti ma si chiamano fuori dalla riforma delle istituzioni. Il bicameralismo è il dimezzamento del Parlamento e non la duplicazione di esso. Per questo rinnoviamo la fiducia al governo Renzi”.