• 16/03/2015

“Intervenire direttamente e con la massima sollecitudine al fine di revocare il conferimento del riconoscimento concesso al bersagliere Paride Mori la cui data di morte (18 febbraio 1944) non sarebbe in alcun modo compatibile con gli avvenimenti che la legge che istituisce la ‘Giornata del Ricordo’ si impegna a commemorare e verificare l’elenco degli insigniti onde evitare che impropri riconoscimenti siano stati concessi a fascisti e militari della RSI che nulla avevano a che fare con gli eccidi perpetrati nelle foibe”.

Questa la richiesta sottoscritta dai deputati del PD Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini che hanno presentato un’interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri anche a seguito della presa di distanza di ieri del Sottosegretario Graziano Delrio.

“La Commissione – hanno proseguito Maestri e Romanini - che ha istruito la pratica per il conferimento a Paride Mori, ha compiuto delle valutazioni che a nostro giudizio sono sbagliate nel merito e dal punto di vista storico. Paride Mori ha aderito alla Repubblica Sociale in modo consapevole, avendo già quarant’anni e in qualità di ufficiale dell’esercito e per questo, non a caso, è menzionato tra i caduti RSI in diversi siti web revisionisti e di estrema destra. La lettura degli eventi storici che hanno portato alla morte di Paride Mori parrebbe far ricondurre la stessa ad un evento bellico che ha visto coinvolti repubblicani fascisti e partigiani senza quindi alcuna connessione diretta con gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra. Il rispetto per i defunti è una cosa, la verità storica è un’altra. Invitiamo il Governo a porre rapidamente rimedio a questo errore grossolano”.