• 12/12/2014

Flavia Famà, Tiberio Bentivoglio e Maria Grazie Simoncini hanno spiegato in che modo lo Stato è lontano

Nell’ambito del convegno organizzato oggi alla Camera dal Gruppo del Partito democratico ( “La tutela delle vittime nel solco delle indicazioni europee”), particolarmente drammatiche e toccanti sono state le testimonianze di tre vittime: Flavia Famà, figlia di un avvocato innocente ammazzato a Catania dal clan dei Laudari, Tiberio Bentivoglio, vittima di racket, calabrese, a cui le cosche hanno distrutto l’attività economica e indotto gravi lesioni dopo un attentato, entrambi sostenuti attivamente dall’Associazione Libera di don Ciotti, e Maria Grazia Simoncini, madre di Vanessa, strangolata da un amico al quale si era rifiutata.

“I tre interventi – ha detto la presidente della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti - hanno avuto un forte spessore morale perché le ferite di queste persone non possono chiudersi se lo Stato non è in grado di intervenire subito. Abbandonare a sé stessa la vittima di un reato, soprattutto se di reati odiosi e violenti, è aggiungere dolore al dolore. Lo Stato, le istituzioni, noi parlamentari dobbiamo impegnarci a rendere sempre più efficaci e tempestive le misure di sostegno e assistenza prima, durante e dopo il processo, e in tal senso il recepimento entro un anno della direttiva europea sulla tutela delle vittime, oggetto del convegno di oggi, rappresenta sicuramente un punto di svolta. Ma fondamentale è che la sensibilità nei confronti delle vittime e della loro vulnerabilità si imponga in avvenire come preoccupazione prioritaria del legislatore”.