• 14/07/2015

La vice presidente della Camera in vista dell’Assemblea nazionale di sabato: serve un Pd forte e vitale

“La settimana politica si è aperta con il difficilissimo accordo europeo sulla Grecia e si chiuderà con l'Assemblea Nazionale del Pd a Milano. In mezzo, l'ottima notizia della conclusione del negoziato sul nucleare iraniano e l'arrivo in Aula a Montecitorio, per l'approvazione definitiva, della riforma della Pubblica amministrazione. Perché metto insieme questi fatti apparentemente slegati tra loro? Perché credo che invece siano utili a fare il punto sui nostri compiti per il futuro”.

Così, la vice presidente della Camera, Marina Sereni nella sua newsletter settimanale.

Dopo aver ricordato l’intesa, senza alternative, sulla Grecia Sereni avverte "se non vogliamo rassegnarci ad un'Unione di burocrati e contabili, dobbiamo accelerare il processo di cambiamento dell'agenda comunitaria"... "anche perché il mondo è cambiato e sta cambiando, nuovi protagonisti entrano nella scena globale, nuovi pericoli si accompagnano a nuove possibilità e l'Europa avrà un posto di primo piano - come dimostra il negoziato con l'Iran - solo se saprà avere una visione unitaria coraggiosa, un profilo politico e istituzionale all'altezza dei problemi da affrontare. Solo, insomma, se si muoverà verso gli Stati Uniti d'Europa. Può essere il Pse a prendere l'iniziativa?" Infine, dopo aver sottolineato l'importanza del ddl PA per modernizzare e rendere più efficiente il nostro Paese, la vice presidente Sereni si sofferma sul Partito Democratico.

Partendo dal ruolo che la Costituzione ai partiti quando recita ‘tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale’, Sereni sostiene “che dobbiamo molto innovare: negli strumenti, nelle forme di comunicazione, nelle modalità di aggregazione e di iniziativa”. “Se non ci pensiamo noi - domanda - chi potrà farlo? Ecco perché penso che il Pd debba darsi un'organizzazione e delle responsabilità chiare, a livello centrale e in periferia, superando vecchi schemi, investendo sulla voglia di partecipazione diffusa che abbiamo sperimentato in questi anni e che ora sembra rifluita. La chiave è lì: torniamo a guardare la società, le città, i mondi associativi che organizzano la solidarietà, le scuole, le Università per incontrare competenze e voglia di cambiamento”.

“Per questo qualche settimana fa avevo proposto di fare una "Leopolda" sul Pd. – conclude - Possiamo cominciare a parlarne all'assemblea di sabato prossimo? Lo spettacolo di un partito che litiga sui giornali ogni giorno e su tutto e che, soprattutto sul territorio, discute solo di incarichi non è molto appassionante... Ci siamo candidati a cambiare l'Italia, senza un Pd forte e vitale il filo delle riforme rischia di sfuggirci di mano”.