• 10/07/2016

"Abbiamo presentato una proposta di legge sull'ottava salvaguardia degli esodati per chiudere definitivamente la partita. Il fatto che su 92.729 pensioni finora liquidate con le sette salvaguardie precedenti ben l'88% sia collocato all'interno di un tetto di 3.000 euro lordi (non netti) al mese, è molto positivo perché vuol dire che abbiamo tutelato il ceto medio del lavoro e anche chi ha gli stipendi più bassi". Lo dichiarano Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, Presidente e capogruppo PD alla Commissione Lavoro della Camera.
" Oltre al problema della correzione delle leggi pensionistiche - spiegano -  come quella del Governo Monti, che hanno penalizzato fortemente i lavoratori, dobbiamo anche combattere contro alcune circolari dell'INPS che vanno al di là di quanto previsto dai testi di legge: ci riferiamo, ad esempio, a Opzione Donna, per la quale la riscrittura del testo di legge da "maturazione del requisito" a "decorrenza del trattamento pensionistico", ha allungato il periodo di permanenza al lavoro per le donne dai 15 ai 21 mesi (con il restringimento della platea delle beneficiarie), e ci è costato qualcosa come 2,5 miliardi di euro di copertura nell'ultima legge di Stabilità per includere nella normativa altre 36.000 lavoratrici". 
"Che dire - continuano Damiano e Gnecchi - della circolare che riguarda i lavoratori privati nati nel '52 e che potrebbero già fare domanda di pensione? Graziosamente l'INPS ha stabilito che queste persone dovevano essere al lavoro il 28 dicembre del 2011. Dove sta scritto? Chi ha avuto la disavventura di essere stato licenziato un giorno prima, pur avendo i requisiti anagrafici e contributivi, non potrà andare in pensione". 
"Questa circolare penalizza proprio le persone senza lavoro già nel 2011 e che sarebbero andare in pensione nel 2013. Il Governo, che è impegnato nel confronto con il sindacato sul tema delle pensioni, dovrebbe dare una risposta su questo argomento, anche perché i lavoratori del '52 potrebbero già fare domanda di pensionamento. La somma di tutte queste ingiustizie, piccole e grandi, è quella che allontana i cittadini dalla politica e, come si è visto, punisce il Governo nel voto", concludono.