• 07/05/2015

“La recente sentenza della Consulta sul blocco della indicizzazione delle pensioni introdotto dal governo Monti, deve servire da lezione. Agire sul sistema previdenziale richiede la massima attenzione per non creare ai cittadini e ai governi successivi danni più gravosi dei benefici attesi”. Lo dice Marialuisa Gnecchi, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.

“La sentenza della Corte - prosegue Gnecchi - pone molti spunti di riflessione: i giudici della Consulta ricordano che fu riconosciuto legittimo il blocco dell'indicizzazione per le pensioni superiori a 8 volte il trattamento minimo, quindi superiori a 3500 euro, introdotto dal governo Prodi sottolineando ‘la ratio redistributiva del sacrificio imposto, a conferma di un principio solidaristico’ in quanto le risorse erano destinate all'interno del sistema previdenziale. Sempre il governo di centrosinistra aveva previsto anche la quattordicesima per le pensioni basse. Personalmente ritengo che la parte più incostituzionale della manovra del 2011, oltre al problema degli esodati che stiamo faticosamente affrontando salvaguardia dopo salvaguardia, sia stato l'innalzamento dell'età della pensione di vecchiaia delle donne senza prevedere nessuna gradualità; tra una donna nata il 31 dicembre del 1951 e una nata il primo gennaio 1952 ci sono più di 4 anni di differenza per accedere alla pensione. Differenza simile anche tra le nate con pochi mesi di differenza all'interno del 1952. Dobbiamo assolutamente correggere queste inique storture del Salva Italia che hanno colpito particolarmente pensionati, pensionandi e soprattutto le donne”.