• 30/10/2014

“Vogliamo assolutamente raggiungere l’obiettivo di restituire alle donne il diritto alla pensione che è stato loro negato e quindi cancellare quella che ha tutto l’aspetto di una discriminazione di genere”.  Lo ha dichiarato Maria Luisa Gnecchi, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio a Montecitorio sui problemi legati alla cosiddetta Opzione donna, ovvero sull’effetto di una circolare dell’Inps che, accorciando i termini temporali del periodo sperimentale di maturazione dei requisiti, nega a circa 6000 lavoratrici il diritto di scegliere se andare in pensione, con trattamento contributivo, con 57 anni di età e 35 anni di anzianità, sancito dalla legge Maroni del 2004.

“Una circolare dell’Inps del 2012 impedisce alle donne di utilizzare un diritto attribuito loro dal legislatore. E questo è per noi inaccettabile, dal momento che non solo la legge Maroni, ma anche la riforma Fornero avevano inserito questa possibilità tra le salvaguardie. Per sanare questa ferita abbiamo fatto interrogazioni parlamentari e anche approvato una risoluzione per far correggere la circolare dell’Inps ma la Ragioneria dello Stato ci chiede una copertura, che noi non riconosciamo perché doveva essere già prevista dalla legge Maroni”.

“Non è importante come l’obiettivo verrà raggiunto, se sarà il Parlamento a porre rimedio agli effetti della circolare Inps, oppure le azioni legali promosse dai comitati di Opzione donna.  Quel che conta è che le donne si vedano restituito il loro diritto di scegliere. Da parte nostra, noi continueremo a fare tutto quello che è possibile per cancellare una inaccettabile discriminazione di genere”, conclude Gnecchi.