• 15/04/2019

"Rendere noti i dati a disposizione per chiarire se è vero che l'Inps avrebbe concentrato i suoi sforzi dell'esame delle pratiche pensionistiche relative a Quota 100 a scapito di tutte le altre tipologie di pensione". Lo chiede Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, con un'interrogazione al ministro del Lavoro.

"Secondo il quotidiano la Repubblica - spiega - nell’ambito della gestione delle pratiche pensionistiche, l’Inps avrebbe concentrato lo sforzo della macchina amministrativa sull’analisi e delle domande relative alla cosiddetta 'Quota 100', a discapito delle altre tipologie di domande di pensione. I dati riportati dal quotidiano dimostrerebbero che, in termini assoluti, il numero delle domande pensionistiche evase entro i primi tre mesi dell’anno risulterebbero diminuiti del 22%, con riferimento ai pensionamenti anticipati, passando dai 59.388 del 2018, ai 46.235 del 2019, e del 25,5 per cento per le pensioni di vecchiaia, passando dalle 40.753 del 2018, alle 30.753 del 2019. Pertanto, nel medesimo periodo di riferimento, risulterebbero evase 23.532 domande pensionistiche 'ordinarie', contro le 37.172 pratiche relative alla nuova 'Quota 100'. Peraltro, tali dati confermerebbero quanto già segnalato da diversi utenti e patronati, ovvero l’esistenza di una sorta di corsia preferenziale per la gestione delle pratiche relative a 'Quota 100', nonostante le smentite ufficiali dell’ente previdenziale che, addirittura, vanta di aver registrato un incremento del numero complessivo delle richieste pensionistiche nel trimestre gennaio-marzo. A conferma dell’intento di accelerare quanto più possibile l’esame e il riconoscimento del trattamento pensionistico attraverso 'Quota 100', concorrerebbero anche le due comunicazioni interne volte ad autorizzare l’accoglimento delle domande anche in mancanza del certificato del datore di lavoro che attesti le dimissioni del richiedente, e il riconoscimento di uno specifico premio di produttività legato al disbrigo ed alla accelerazione dei tempi di esame delle domande per tale tipologia di anticipazione pensionistica". 

"Tali dati e tali indirizzi sembrerebbero avvalorare l’esistenza di un evidente disegno elettorale, non solo della genesi delle disposizioni normative ma anche la volontà di piegare l’operatività dell’ente previdenziale alle medesime finalità", conclude.