• 07/11/2016

 “La tutela del mondo ittico e dell’economia della pesca deve valorizzare le specificità, non annientarle. No a regole asettiche come è nel caso della pesca del pesce spada, per cui diciamo chiaramente no all’ipotesi di un Tonno 2 La riscossa. La nostra battaglia è mirata alla salvaguardia delle piccole e medie imprese del comparto ”. Lo ha dichiarato la deputata Laura Venittelli, commissione Agricoltura,  responsabile nazionale del Pd per Pesca e acquacoltura che, a riguardo, ha presentato una risoluzione per impegnare il governo Renzi a battersi nelle sedi proprie internazionali, dell’Unione europea e dell’Iccat.

“Non vogliamo – spiega Venittelli -  che anche per questo tipo di pesca si determinino le quote come già avvenuto per il tonno rosso, cappi burocratici che impoveriscono le aziende di pesca. Sono altri gli strumenti utili per la riproduzione delle specie, sostenendo il mercato e la redditività delle flottiglie. Anche perché i mari italiani non sono di certo equiparabili all’oceano Atlantico. La nostra è una posizione chiara,  purtroppo non recepita in alcuni gruppi parlamentari che sposano la logica netta delle misure forzose, inconsapevoli o colpevolmente coscienti che spazzerebbero via quasi mille imprese di pesca nel bacino meridionale del Paese. La risoluzione impegna, dunque, il Governo a: negoziare in sede europea e Iccat, misure di gestione che tengano conto della specificità e della tradizione del nostro paese, anche in considerazione del contributo del sistema pesca nazionale alla tutela degli stock ittici e alla difesa della qualità del pescato; introdurre misure alternative al cosiddetto “Tac” (Totale Ammissibile di Catture) del pescespada nel Mediterraneo che riduce la pressione sullo stock quali chiusure spazio temporali, limitazione nel numero degli ami in funzione del numero di membri di equipaggio, riduzione della lunghezza del trave (oggi fissato dall'Iccat in 55 km), dispositivi per la tracciabilità del prodotto sbarcato, sistemi di monitoraggio delle imbarcazioni autorizzate; valutare, prima di sottoscrivere accordi in sede europea o internazionale, le implicazioni socioeconomiche  di introduzione di misure come il totale ammissibile di catture (Tac), da riferire all’intero ammontare di pescespada pescato nel paese; disporre misure a salvaguardia di occupazione e imprese di pesca, in relazione agli interventi di tutela dello stock ittico; introdurre efficaci sistemi di identificazione, per evitare il consumo di prodotto di provenienza illecita. Infine – conclude la deputata Pd - a regolamentare la pesca non professionale”.