• 27/11/2018

Il salvataggio dell’azienda è solo questione di volontà politica

“La nomina di un commissario o ottenere un ‘appuntamento’ dal governo, non sono certo la soluzione ai problemi della Piaggio”. Lo dichiara Franco Vazio, vice-presidente della Commissione Giustizia della Camera, a proposito della crisi di Piaggio Aero.

“Il silenzio della maggioranza e del governo – spiega - sul futuro di Piaggio era ed è irresponsabile. Ma è stato solo la naturale anticamera di questo disastro. La proprietà attendeva da molti mesi la conferma del Governo circa il programma di investimento connesso ai droni (P1HH e P2HH) e il relativo finanziamento di 766 milioni di Euro già assunto dal governo Gentiloni con un decreto del Ministro della Difesa Pinotti. Voleva, insomma, sapere se l’idea dei passati Governi Gentiloni e Renzi di rafforzare il futuro industriale di Piaggio, in un quadro sinergico con lo stato italiano, e quindi anche circa l’affidamento della manutenzione dell’intero parco motori delle Forze Armate, fosse ancora reale e percorribile. Il Parlamento, con una schiacciante maggioranza di M5S e Lega, con le opposizioni favorevoli, doveva solo rilasciare un parere. Purtroppo un parere che ancora oggi non esiste. Senza contare che, da mesi, il Ministro della Difesa avrebbe potuto procedere in ogni caso. Ora ci si attesta su urgenze che sono di retroguardia. Forse si pensa che il Commissario sia ‘Mago Zurlí’, che possa fare, senza soldi e senza impegni del Governo, quello che era a portata di mano solo pochi mesi fa? Le battaglie devono avere un obiettivo. Ma, soprattutto, è necessario avere chiaro cosa si chiede e chi lo deve fare. Il Governo, Di Maio e i suoi sottosegretari potrebbero risolvere questa crisi. Ma si tratta di assumere subito una scelta politica, una scelta strategica ed economica in cui Piaggio e i lavoratori sono al centro”.

“Le ‘interlocuzioni’ di cui ha parlato Crippa, le fake news e i post su Facebook non servono a nulla. Il governo dia subito corso al Decreto Gentiloni-Pinotti, perché i lavoratori non possono pagare il prezzo dei suoi no, della sua incapacità e inconcludenza”, conclude.