• 15/02/2016

Relazione su stato avanzamento lavori bonifica sito Venezia-Porto Marghera

 

“E’ prioritario che il ministero dell’Ambiente reperisca fondi pubblici e privati per il completamento del “sistema integrato” di marginamento e di raccolta/drenaggio delle acque di falda per portare a termine la bonifica del sito di Porto Marghera . Inoltre che la Regione Veneto realizzi le opere di collettamento al PIF delle acque di falda delle isole lagunari”. Lo ha dichiarato il deputato Pd Alessandro Bratti presidente della Commissione parlamentare inchiesta attività illecite connesse ciclo rifiuti intervenendo oggi in aula durante la discussione sulla relazione dello stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di Venezia-Porto Marghera, approvata in commissione.

“ Allo stato attuale – sottolinea il presidente Bratti - è stato finito circa il 94 per cento delle opere previste per un finanziamento di 781,635 milioni di euro e risultano ancora da eseguire circa 3-3,5 chilometri di marginamenti e di rifacimento di sponde, sul totale di circa 42 chilometri da eseguire per completare il marginamento delle macroisole. Per il completamento inoltre occorre la complessiva somma di circa 250 milioni di euro, pari ad oltre il 30 per cento di quella sostenuta dallo Stato per realizzare il 95 per cento delle opere ad oggieseguite. Dall’ informativa del Ministro dell’Ambiente del 2015, risulta che non vi sono fondi disponibili per il completamento delle opere, tuttavia nel frattempo sono stati effettuati da apposite commissioni di collaudo “collaudi parziali” non necessari, ed onerosi. Siamo in presenza di somme erogate dalla Stato molto importanti - pari a 1.544.51039 in relazione a opere realizzate di importo pari a 566.989.935 euro - che invece avrebbero potuto dare un contributo significativo al completamento delle opere di bonifica”. “Le preoccupazioni della Commissione di Inchiesta – prosegue Bratti - investono anche le società coinvolte. Infatti negli anni gli equilibri interni sono mutati con l’entrata di altre società i cui consigli di amministrazione erano presieduti dall’ex segretaria di Galan, Claudia Minutillo. Com’è noto Galan, Chisso, Baita e Minutillo sono poi stati a vario titolo coinvolti nell’inchiesta sulle tangenti del Mose. Ad oggidunque – conclude Bratti - si è creata una situazione per cui il rischio è quello di un contenzioso tra la Regione Veneto e la SIFA, che finisca con il paralizzare totalmente anche il Progetto Integrato Fusina (PIF)”.