• 05/08/2015

“La sentenza del Tar Friuli Venezia Giulia e' di rilievo perché dà una veste giuridica ai temi sollevati dall'Intergruppo parlamentare per lo sviluppo della Montagna, in occasione dell'avviata privatizzazione di Poste Italiane Spa cui non è seguita ancora una liberalizzazione del mercato per assicurare, in ogni caso, la prestazione del servizio”. Lo ha dichiarato il deputato Pd Enrico Borghi, presidente dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna a proposito della decisione del TAR del FVG in merito alla nota vicenda della chiusura degli uffici di Poste Italiane nei piccoli paesi di Montagna.

“Infatti – ricorda Borghi - con sentenza n° 332 del 15 Luglio il TAR del Friuli ha accolto il ricorso proposto dal comune di Buja in provincia di Udine, annullando i provvedimenti con i quali Poste Italiane, in applicazione del piano di organizzazione degli uffici postali, aveva chiuso due uffici postali in due frazioni del Comune. Vi sono alcuni passaggi, in questa ordinanza di assoluto rilievo. Anzitutto si sancisce che il servizio postale e' un servizio di interesse pubblico, ancorché gestito da soggetto privato, in quanto oggetto di concessione di pubblico servizio alla quale è legato anche un contributo specifico della legge di stabilità. E si riconferma la natura giuridica del Comune quale espressione di una collettività che ha evidente interesse ad avere parità di trattamento per i propri cittadini. Un altro importante passaggio nella sentenza è che l'aspetto economico non può essere considerato ne' esclusivo ne' prevalente nell'interesse pubblico allo svolgimento corretto di un servizio universale come va considerato il servizio postale. Partendo da qui – prosegue - il giudice amministrativo riconosce implicitamente il diritto dei territori montani sancito dall'articolo 44 della Costituzione, laddove richiama il fatto che il dato economico ovvero quello della distanza non può essere superato né come assoluto né come di automatica applicazione, ma deve essere rapportato alla situazione geografica e orografica di alcune zone, anche per raggiungere un equilibrio e un bilanciamento tra gli interessi degli utenti e quelli dell'azienda. C'è quindi materia – conclude il capogruppo del PD in Commissione Ambiente - per Poste Italiane Spa e per il suo azionista Ministero dell'Economia, di riconsiderare chiusure e soppressioni di servizio, attuate in questi giorni con sufficienza e senza il dovuto rispetto per territori, utenti ed espressioni parlamentari”