• 06/08/2014

“Poste Italiane ha stipulato dei contratti di somministrazione attraverso agenzie di lavoro interinale eludendo nei fatti l’avviso pubblico diramato attraverso il proprio sito web, lasciando nella disillusione miglia di giovani che avevano avanzato la candidatura attraverso il portale”. Lo dichiara il deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Finanze Franco Ribaudo, che questa mattina ha presentato un’interpellanza ai ministri delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Tesoro per far luce sulla vicenda.

“All’inizio di quest’anno – spiega Ribaudo - il Gruppo Poste Italiane ha diramato una avviso pubblico, attraverso il proprio sito web, che dava notizia dell’assunzione di 1070 unità per il periodo primavera/estate 2014. In questi giorni ho appreso che Poste Italiane ha stipulato dei contratti di somministrazione attraverso agenzie di lavoro interinale eludendo nei fatti l’avviso pubblico”.

“La notizia – prosegue Ribaudo – che si fanno con vecchi metodi consociativi, lascia ancora più indignati dal momento che arriva nell’era del cambiamento guidata dal Presidente del Consiglio Renzi. Va anche specificato inoltre che molti di questi contratti, poi, sono stati o saranno, trasformati a tempo indeterminato. Credo sia opportuno conoscere quali siano le ragioni tecnico organizzative che hanno previsto la stipula di questi contratti, quali sono le qualifiche professionali richieste per la loro attivazione, quanti siano i contratti trasformati a tempo indeterminato e il grado di parentela dei soggetti assunti con i dirigenti locali e nazionali delle organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto nazionale di lavoro”. “Ho chiesto, infine, quali iniziative si intendono assumere per porre fine a questa vergognosa spartizione di posti nelle società a totale capitale pubblico, che eludendo le normali procedure concorsuali gestiscono la risorsa personale e le assunzioni con metodi clientelari e di spartizione consociativa, mortificando per di più le aspettative di tanti giovani preparati che non trovano lavoro”, conclude Franco Ribaudo.