• 16/07/2018

“Il Reddito di Inclusione trova radicamento non già nell’obiettivo di assicurare a chi è sprovvisto dei mezzi necessari per vivere il mantenimento e l'assistenza sociale, come recita il primo comma dell’art. 38 Cost., ma piuttosto in quello di rimuovere gli ostacoli che il secondo comma dell’art. 3 Cost. considera come limiti allo sviluppo personale ed alla partecipazione piena alla vita del Paese. Il Reddito di Inclusione non è una misura assistenziale ma ha l’ambizione di operare come progetto per l’autonomia delle persone a rischio di esclusione, con la loro rete di relazioni familiari indebolita dal bisogno economico, con la loro fragilità esistenziale che chiede di essere presa in carico dai servizi territoriali, con il bisogno di senso che solo il lavoro, e il lavoro equamente retribuito, può riconsegnare a soggetti resi vulnerabili da eventi avversi. Per questo, il Reddito di inclusione può e deve essere considerato strumento di attuazione della predetta norma costituzionale.

Diverso è il modello per il reddito di cittadinanza proposto dal contratto governativo. Questo presuppone e si rivolge all’individuo senza lavoro (e quasi senza famiglia, senza storia personale, senza reti di relazioni), cittadino italiano (perché ai contraenti governativi poco importa di quanto la Corte Costituzionale da anni va ripetendo sull’estensione del principio di non discriminazione), al quale si chiede di iscriversi obbligatoriamente al centro per l’impiego (ma senza nessuna interazione con i servizi sociali territoriali) come presupposto per maturare il diritto al beneficio economico. Così configurato, il reddito di cittadinanza non è una misura contro la povertà e non interviene per nulla sulle condizioni di deprivazione che la generano e che da questa sono a loro volta generate. E’ solo una tradizionalissima misura lavorista dall’importo tanto elevato da determinare un sicuro effetto di fuga dal mercato del lavoro regolare. La differenza non è terminologica: è diversa la visione del mondo e il modello di società che vogliamo costruire”.