• 03/02/2015

“Non ha parlato solo a chi lo ascoltava nell’Aula di Montecitorio, il Presidente Sergio Mattarella. Ha parlato al Paese, ad una comunità sociale e politica. Ha parlato ai cittadini, alle donne e agli uomini, in questo modo tratteggiando in modo esemplare le responsabilità, ad ogni livello, di chi governa, della pubblica amministrazione, di chi in ogni angolo rappresenta lo Stato.

Si comprendono dunque gli applausi ricorrenti, a scena aperta, che l’Aula ha tributato nei passaggi significativi. Pari dignità sociale, etica della cosa pubblica ed etica della cittadinanza, la minaccia dovunque e comunque della corruzione e della mafia, essere comunità sociale e politica prima ancora che economica in Italia come in Europa: parole di chi, come ha ribadito, intende prima di tutto testimoniare il valore della Costituzione, garantendola ma soprattutto testimoniandola e incarnandola. Di chi sollecita il suo rinnovamento come piena attuazione del diritto alla democrazia, in ogni ganglio della vita del paese.

Il discorso di insediamento, sobrio, esemplare, lucido, compiutamente politico, esemplifica mirabilmente quella che sarà la cifra di questo settennato, e il modo in cui il Presidente Mattarella intende il suo ruolo di arbitro e di garante della Carta costituzionale.

Ecco perché ritengo che, e lo testimonia il modo in cui tutte le forze politiche hanno accolto le sue parole, non poteva esserci inizio migliore. Adesso spetta a noi accogliere pienamente la concretezza e le indicazioni contenute in questo discorso. Perché è evidente che dietro quelle parole si muove la consapevolezza del ruolo e del significato pieni del termine politica. Di ciò che è garanzia e al tempo stesso esercizio della polis, della comunità. Del ruolo non sopprimibile né sostituibile dei partiti politici, della necessità di costruire le condizioni per una nuova speranza.

L’esperienza e il rigore costituzionale del politico e dell’uomo di legge, che non a caso ha reso omaggio ai suoi predecessori Ciampi e Napolitano, da oggi costituiscono un punto di riferimento essenziale per il lavoro del Governo e del Parlamento. Buon lavoro, Presidente!”.