• 05/02/2015

“Anche a nome del PD, ringrazio il ministro Martina per la risposta puntuale, in particolare per l ’azione che svolge per contrastare le speculazioni che hanno determinato il crollo del prezzo del latte pagato alla stalla, per aver messo a disposizione del Fondo Latte 108 milioni di Euro e per aver avviato l ’ attuazione di un Piano nazionale, sul quale è aperto un confronto con la filiera. La situazione nel settore lattiero caseario è anche determinato dal clima di incertezza, connesso alla fine del sistema delle quote latte. Il prezzo del latte alla produzione è diminuito nell’ ultimo semestre del 19%: da 44,5 centesimi a litro a 36. Domani nelle piazze gli allevatori manifesteranno, avvertono il pericolo di dover chiudere le stalle. Eppure il settore è la voce più importante dell’ agroalimentare. Con 36 mila imprese di allevamento, 11 milioni di tonnellate di latte bovino prodotte, 28 miliardi di euro di valore generato dalla filiera. L'export di formaggi italiani, è cresciuto negli ultimi anni di oltre il 5%, il doppio della crescita della domanda mondiale e i consumi interni si mantengono su discreti livelli. Il ministro sta intervenendo nel modo giusto, sia per evitare che le multinazionali sostituiscano il latte locale con latte importato, ponendo così fine all’ agricoltura distintiva che contraddistingue il nostro Paese, sia favorendo l’applicazione dell’ articolo 62 del decreto legge 2012 n.1. In tale contesto assume, però, grande rilievo il ruolo di vigilanza e di accertamento della correttezza nelle relazioni commerciali assegnato all' Antitrust. Vogliamo essere della partita. nella consapevolezza che il latte si fa mungendo le mucche, non spremendo gli allevatori”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Agricoltura Nicodemo Oliverio durante il question time in aula con il ministro Martina.

“La crisi del settore lattiero-caseario - ha aggiunto la deputata Pd Coloba Mongiello, commissione Agricoltura - è lo specchio della prevalente forza contrattuale di industriali e commercianti rispetto ai produttori: il prezzo del latte acquistato dagli allevatori diminuisce, mentre aumenta il prezzo al consumo. A favorire le speculazioni sono principalmente la mancata trasparenza del mercato, che favorisce l'importazione di latte venduto come made in italy e di cagliate casine e caseinati poi utilizzati per produrre formaggi senza latte. E’ del tutto evidente inoltre la violazione delle norme che vietano esplicitamente l'acquisto di materie prime sottocosto, per questo abbiamo chiesto al ministro di far applicare il decreto interministeriale 19 del 2012, attuativo dell'articolo 62 che vieta la cessione di prodotti agricoli ad un prezzo inferiore alla media del suo costo di produzione”.