• 02/02/2016

E anche su posizione venditori e rivenditori tv

“In vista dei primi pagamenti del canone in bolletta, occorre fare chiarezza su due punti che rischiano di creare confusione: la riscossione degli arretrati e la posizione dei rivenditori e riparatori tv”. Lo dichiara Michele Anzaldi, deputato del Partito Democratico e segretario della Commissione Vigilanza Rai.

“Come segnalato da alcuni organi di stampa – spiega – l’introduzione del pagamento in bolletta potrebbe essere l’occasione per pretendere la riscossione di anni di arretrati. La Rai potrebbe inserire nella bolletta fino a 10 anni di canone non pagato, maggiorato dagli interessi al tasso legale e, potenzialmente, di una sanzione amministrativa. In altre parole, una vera e propria stangata, a cui è in teoria esposto chiunque decida di pagare per la prima volta il canone, dal momento che il pagamento potrebbe essere inteso come un’autodenuncia di evasione nel passato”.

“E’ indispensabile – continua - fare chiarezza. Quella del canone in bolletta è un’operazione che di giustizia che punta a far pagare meno l’utente, non ad assillarlo. Altrettanta chiarezza va fatta sul problema sollevato dalle associazioni dei rivenditori e riparatori tv, i quali, pur non essendo tenuti per legge al pagamento del canone, ricevono continue sollecitazioni telefoniche da parte della Rai, come denunciato Aires”.

“Su entrambi questi due nodi presenteremo una interrogazione parlamentare. Se le criticità sollevate dalla stampa fossero fondate, cercheremo di affrontare gli aspetti ancora controversi in modo da rendere inequivocabili i vari meccanismi del pagamento in bolletta“, conclude Anzaldi.