"Il rapporto dell'agenzia Onu per l'ambiente e dell’Interpol, registra come i reati ambientali nel mondo crescano, +26% dal 2014, e come nel 2016 varranno ben 258 mld di dollari. Cifre importanti che ci dicono come le attività illecite legate all’ambiente siano ormai diffuse ovunque in modo preoccupante e siano ampio e proficuo campo d'azione delle ecomafie. Della gravità di questo fenomeno sono ben consapevoli governo e Parlamento Italiano che della lotta ai reati ambientali, fin da subito, ne hanno fatto un obiettivo prioritario. A cominciare dall’impiego delle nostre forze di polizia, che sul tema sono tra le più all'avanguardia, con l’auspicio di un sempre maggiore collegamento a livello europeo con le altre forze dell’ordine. E proprio in questa ottica di maggior raccordo è stata realizzata la fusione del corpo forestale con l’arma dei carabinieri. I fronti su cui concentrare le energie sono molteplici. Il racket degli animali e sui combattimenti tra cani rappresenta uno scenario importante di espansione delle ecomafie, ma non va abbassata la guardia sul traffico di auto e di materiale informatico. E’ di oggi la notizia dello stop da parte dell’Antitrust a 252 siti internet per vendita di prodotti contraffatti.
Occorre potenziare le collaborazioni tra le capitanerie di porto, i carabinieri, la finanza e soprattutto le agenzia per le dogane. Va consolidata e resa organica la collaborazione tra le forze di polizia e il sistema delle agenzie ambientali. La legge che abbiamo voluto in Parlamento sulla organizzazione delle agenzie ambientali, che sarà approvata al più presto, va in questa direzione. Tuttavia, dobbiamo andare oltre: occorre personale qualificato e risorse adeguate! Così come si è globalizzata l'economia si è globalizzato il crimine ambientale”. Lo ha dichiarato il presidente della commissione parlamentare Ecomafie Alessandro Bratti.