• 10/10/2016

“Continua lo spregiudicato uso politico della par condicio da parte di Brunetta e dell’armata multicolore che ostacola la riforma costituzionale”. Lo dichiara Sergio Boccadutri, deputato del Partito democratico e componente in Commissione Vigilanza Rai.

“Adesso sotto attacco – spiega - è finito lo stesso quesito referendario. Secondo gli oppositori della riforma, il testo del quesito e la scheda elettorale non vanno letti, né illustrati, nemmeno con la comunicazione istituzionale impersonale. Si chiede, insomma, la censura per paura che gli italiani comprendano che il contenuto della riforma non è quel disastro che l’armata brancaleone del No prospetta, ma un’opportunità di cambiamento. Avrebbero preferito un quesito confuso e burocratico, ma la Cassazione ha stabilito che il quesito debba riguardare il titolo della Legge approvata dal Parlamento. Alla coalizione conservatrice del fronte del No non va bene nemmeno l’approfondimento, e mettono sul banco degli imputati l’Arena di Gilletti, colpevole di aver ospitato il Presidente del Consiglio e Segretario del Partito democratico. Siamo tuttavia all’inizio e non alla fine del periodo par condicio. E’ evidente che nei vari programmi di approfondimento associati a testata giornalistica (come l’Arena) si alterneranno, come prevede la legge, i vari soggetti. Oggi è toccato a Matteo Renzi, domani toccherà a un esponente del No. Ci sono ancora due mesi di campagna elettorale”.

“Insomma, a meno che per qualcuno par condicio non significhi censurare il quesito e non parlare mai del merito del referendum costituzionale, non si capisce davvero dove sia il problema: gli italiani potrebbero scegliere con la propria testa, fuori da steccati ideologici e lontano da letture parziali e distorte che nulla hanno a che fare con la natura della riforma. E ciò, evidentemente, spaventa chi è a corto di argomenti convincenti. Lasciamo scegliere nel merito a cittadini informati”, conclude.