• 29/11/2016

"Con il SÌ alla riforma costituzionale, già votata in Parlamento a larga maggioranza, l'Italia ha finalmente l'occasione di aggiornare il funzionamento della propria macchina statale e di diventare un paese più moderno, più efficiente e meno costoso. In linea con le principali democrazie europee e in modo coerente con quanto stiamo cercando di perseguire da trent'anni a questa parte. Inoltre, votando Sì al referendum sulla riforma costituzionale, dimostriamo al mondo intero che l'Italia è capace di cambiare. Diamo stabilità al Paese. E confermiamo che la credibilità internazionale che abbiamo riconquistato negli ultimi tre anni, è ben riposta.

Se vince il SÌ, come cambia la Costituzione italiana?

Attraverso il Sì alla riforma cambia il meccanismo con il quale vengono fatte le leggi. Non ci saranno più due Camere del Parlamento con gli stessi identici poteri. Solamente la Camera dei Deputati avrà il compito di legiferare sulla maggior parte delle materie. Mentre al Senato compete il raccordo tra lo Stato e i territori. Viene ridotto consistentemente il numero dei parlamentari. Anzichè 330 Senatori ne resteranno solo 100 e non percepiranno più l'indennità parlamentare, con conseguenti risparmi per le casse pubbliche. Inoltre tornano allo Stato le competenze su materie di particolare interesse: salute, infrastrutture, energia e turismo. Tutte questioni che negli ultimi anni avevano determinato grosse differenze tra una Regione e l'altra. Perchè non è giusto, per fare un esempio, che uno debba recarsi in una altra regione, magari lontano migliaia di chilometri, per essere curato come si deve.

I brogli sul voto all'estero possono compromettere il risultato referendario?

Le accuse di brogli sul voto per corrispondenza avanzate dai sostenitori del No sono una vergognosa campagna di fango nei confronti dei cittadini che vivono all'estero. Minacciare ricorsi nel caso in cui la vittoria del SÌ dipenda dal voto degli italiani nel mondo significa insultare gli elettori che vivono all'estero. Perchè presuppone che siano tutti degli imbroglioni, a prescindere. In grandi democrazie, penso alla Germania, alla Svizzera o all'Australia, il voto per corrispondenza è così diffuso da essere diventato, percentualmente, la modalità di voto più frequente usata dagli elettori, anche stanziali. E nessuno si azzarda a metterne in discussione la correttezza. Qualora si fosse a conoscenza di reati a danno del voto per corrispondenza allora si faccia subito una denuncia circostanziata alle forze dell'ordine o all'autorità diplomatico consolare. Ma non si offendano gli italiani all'estero. Il legale svolgimento delle operazioni di voto è una questione che interessa tutti e non può venire volgarmente strumentalizzato per mettere in discussione un risultato che dà fastidio,

Se vince il NO, resta tutto come prima?

Se dovesse vincere il no si avrebbe una forte instabilità politica, in Italia ed in Europa. Le forze politiche che sostengono il no, sono talmente eterogenee tra di loro che, una volta caduto il Governo non sarebbero nelle condizioni di offrire un'alternativa al paese. Meno che meno di approvare un'altra riforma costituzionale, che invece resta necessaria per rendere funzionante il Paese. Sicuramente tornerebbe a salire lo spread, che indica il livello di sfiducia degli investitori stranieri nel nostro paese. Con conseguenze negative sul mondo del lavoro e dell'economia: forte calo degli investimenti, licenziamenti, ulteriore disoccupazione, ulteriore aumento del debito pubblico. L'Italia perderebbe quella credibilità che ha riconquistato con fatica negli ultimi  tre anni, a livello internazionale, grazie al nostro Governo. Oltre a restare impantanati in un sistema che ha generato 63 Governi in 70 anni, verrebbero resi vani tutti i miglioramenti prodotti con le riforme degli ultimi tre anni.

Se vince il SÌ, che cosa significa per gli italiani all'estero?

Dopo che per anni si era vociferato di volere abolire la circoscrizione estero, con l'approvazione del Sì ne verrà sancito il mantenimento a tutti gli effetti alla Camera dei Deputati. Dunque è garantita la voce degli italiani nel mondo nella Camera più importante, che è anche l'unica ad esprimere la fiducia al Governo. Rimangono tutti e 12 i deputati degli italiani all'estero. Non ci saranno invece i senatori poichè non esiste una Regione di riferimento che li possa esprimere. Ma l'effetto probabilmente più importante per chi vive all'estero sarà l'ottimo standing dell'Italia nel mondo: un paese finalmente normale, stabile, capace di guardare al futuro e di attrezzarsi per essere all'altezza delle sfide dell'oggi e del domani".

L'intervista a Laura Garavini è tratta dalla rivista edita in Lussemburgo ‚Passaparola'