• 08/07/2016

“Oltre che minacce il fallo di reazione di chi ha capito di aver perso la partita e non aver quindi altra strada che la rissa, le minacce giudiziarie di Brunetta e Gasparri nei confronti dell’Agcom e del suo presidente Cardani rappresentano un vero e proprio atto intimazione”. Lo dichiara Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai.

“Tanta rabbiosa disperazione – spiega – deriva soprattutto dal fatto che, in sostanza, l’Agcom ha dato torto al centrodestra e ragione a chi, come noi, sosteneva l’inconsistenza delle accuse di squilibrio e negava la necessità di rivedere il quadro normativo. L’Autorità, infatti, ha parlato di squilibrio sul tempo di notizia – dovuto, in modo circolare, alle polemiche sugli stessi squilibri - ma non su quello di parola. E ha comunque ribadito che le eventuali disparità nei tempi di parola sono dovute alla combinazione della campagna elettorale e della libera scelta delle forze politiche. In altre parole, se le forze politiche a favore del No non hanno parlato del referendum è perché, pur potendolo fare, hanno deciso di parlare d’altro”.

“Come l’Agcom, anche noi siamo convinti che si debba parlare di più del referendum, entrando nel merito dei quesiti. Perché questo sia possibile è giusto che si dedichino al tema maggiori spazi di approfondimento. E’ quindi pienamente condivisibile il richiamo dell’Autorità al principio generale dell’equilibrio e della pluralità. Quindi, non serve certo il provvedimento ad hoc chiesto in modo sguaiato da Brunetta e Gasparri, e ancor meno servono le loro ridicole minacce per vendicarsi di non averlo ottenuto”, conclude.