• 06/07/2016

“Non è certo un attestato di amore per l’ambiente e l’ecologia portare i rifiuti a casa degli altri, soprattutto in territori dove i sistemi di tutela sono decisamente inferiori”. Il presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti Alessandro Bratti (Pd) lancia l’allarme sul modello adottato da diverse regioni, soprattutto del sud Italia, che già da tempo spediscono i rifiuti solidi urbani verso altre zone, anche all’estero.

Spiega Bratti: “Abbiamo due tendenze che devono far riflettere: la prima, forse la più grave, vede l’invio di scarti prodotti nelle nostre città verso impianti in Marocco, Bulgaria, Romania e Albania, paesi che di certo non garantiscono standard di rispetto dell’ambiente superiore ai nostri. Non vorrei che dietro questa tendenza vi sia un ritorno agli anni ’80, quando le navi italiane viaggiavano cariche di rifiuti diretti verso i paesi nord africani, mediorientali e latino americani; qui venivano respinti, giustamente, dalle popolazioni locali e alla fine li abbiamo dovuti riprendere in casa. La delocalizzazione dell’impatto ambientale non è di certo la migliore pratica”.
“C’è poi una seconda tendenza – ha aggiunto il presidente della Commissione rifiuti – che viene da regioni come la Puglia: trasferire in altre regioni i rifiuti senza risolvere l’assenza di impianti. E’ ovviamente corretto il principio di solidarietà all’interno del nostro paese, ma sarebbe auspicabile che nel frattempo si affrontassero tutti
i nodi, programmando un sistema integrato in grado di trattare i rifiuti dove vengono prodotti. E’ una questione coerenza, non tanto in tema ambientale, quanto di giustizia sociale e di responsabilità. Ed è curioso che coloro che predicano il principio rifiuti zero sono quasi sempre all’interno di contesti che hanno impianti zero”.