• 15/11/2017

A rischio servizio fondamentale per alcune zone del Paese

“Individuare un percorso istituzionale con l’obiettivo di scongiurare un grave pregiudizio nella tutela della salute per i cittadini più fragili e per consentire alle guardie mediche di svolgere il proprio importante lavoro dopo il contenzioso in corso tra medici della Guardia medica e la Corte dei Conti”. Lo dice la deputata dem Maria Amato, componente della commissione Affari sociali della Camera, che ha presentato una interrogazione su questo tema insieme ai colleghi Giovanni Burtone e Maria Antezza.

"È in atto un contenzioso tra i medici di continuità assistenziale (guardie mediche) e la Corte dei Conti - si legge nell’interrogazione - in relazione ad accordi integrativi su base regionale che secondo la magistratura contabile sarebbero in contrasto con l'accordo collettivo nazionale nel quale si parla di ‘onorario omnicomprensivo orario’. A seguito di tale contenzioso le Regioni coinvolte, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise non solo hanno deliberato la sospensione degli accordi integrativi regionali relativi ai medici di continuità assistenziale, ma anche chiesto la restituzione delle somme fino ad ora percepite; è notizia di questi giorni che in Basilicata i medici di guardia hanno deciso, come forma di protesta, di non usare più la propria auto per svolgere il servizio. Questo significa che non si sposteranno più dal proprio ambulatorio per viste a domicilio creando inevitabili disagi a pazienti che spesso vivono in zone rurali o anziani impossibilitati a muoversi”.

“Con questa l’interrogazione - conclude Amato - richiamiamo l'attenzione sulla vicenda dei medici di continuità assistenziale delle quattro regioni menzionate, coinvolte in un contenzioso che non trova finora soluzioni e che è alla base di agitazioni dei medici e di forme di protesta come quella messa in atto in Basilicata. Una vicenda che vuole attenzione per una categoria per cui il rischio è nella mansione stessa: soli, in strutture non sempre adeguate, in regioni in cui non c'è guardia pediatrica, in territori infrastrutturalmente insufficienti. Da qui la richiesta di un intervento rapido, di concerto con le Regioni per evitare un cortocircuito della sanità in territori in cui la guardia medica rappresenta la sola risposta del SSN”.