• 02/12/2016

A Bologna la 'Leopolda' della sanità per la chiusura della campagna referendaria

Oltre 40 interventi davanti ad una platea di oltre 500 persone formata da rappresentanti del settore sanitario, operatori ospedalieri, farmacisti, esponenti di aziende farmaceutiche, rappresentanti delle istituzioni, docenti universitari provenienti da tutta Italia per oltre due ore di confronto sulla riforma costituzionale e sulle sue ricadute nel sistema sanitario nazionale. E' quanto successo a Bologna con la chiusura della campagna nazionale “Sì per un'Italia in salute” promossa dal deputato e responsabile sanità Pd Federico Gelli che ha deciso di chiudere il tour nazionale proprio nella città dove tre mesi fa la campagna ha avuto inizio.

“Abbiamo avuto un'intuizione straordinaria – spiega Gelli – nello sfruttare questo referendum per creare attorno al tema della riforma costituzionale una rete di oltre 600 comitati inerenti al settore sanitario. Abbiamo riunito una parte della società civile all'interno di una motivazione molto forte: quella della salute pubblica e delle forti diseguaglianze presenti nel nostro Paese causate da un Titolo V che ha contribuito a creare un gap enorme e intollerabile fra le Regioni e ridotto il diritto alla salute ad una mera questione di residenza. In questi mesi – continua Gelli - abbiamo convinto centinaia di persone, anche sostenitori di schieramenti politici opposti, a votare sì con convinzione e senza riserve. Di fronte ad un tema come la sanità, siamo tutti pazienti dello stesso Paese e come tali siamo in dovere di difendere e migliorare il nostro sistema sanitario. Questa campagna referendaria ha unito un intero settore come mai avvenuto in passato e questa è la conferma che chi ha letto attentamente ciò che prevede questa riforma, ha compreso l'importanza dell'appuntamento a cui siamo chiamati domenica. Un primo passo verso un percorso che elimini disuguaglianze che oggi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo avviato - conclude Gelli - una riflessione che va aldilà dei partiti e oltre questo referendum. Ci troviamo davanti ad un bivio: scegliere uno Stato in grado di renderci tutti uguali nel rispetto di un diritto fondamentale della nostra Costituzione oppure lasciare le cose così come stanno, ignorando chi, più sfortunato di noi perché nato a qualche chilometro di distanza, sta rinunciando a quelle cure che un Paese democratico, giusto e rispettoso dei diritti, dovrebbe poter garantire a tutti, nessuno escluso”.