• 13/07/2016

“Due milioni di pendolari pagano già un prezzo alto in termini di qualità, costi ed efficienza; nell’attesa che la cura del ferro avviata dal ministro Delrio produca i propri effetti, occorre fare in modo che almeno la sicurezza sia uguale per tutti. La rete secondaria costituisce, in Italia, circa un sesto del totale e ha bisogno degli stessi standard applicati negli altri cinque sesti, quelli sotto il controllo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza nelle ferrovie: l’obiettivo del 2019 non può dunque essere mancato, e nei tre anni che restano dovremo sforzarci di alzare il livello della sicurezza nelle tratte utilizzate ogni giorno da chi va a scuola o al lavoro”. Lo dichiara Michele Meta, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati.

“La sicurezza – aggiunge il parlamentare Pd – ruota attorno a tre fattori: l’uomo, le regole e la tecnologia. Proprio la tecnologia, con strumenti come il blocco automatico, riesce in modo infallibile a fare in modo che l’errore umano non causi tragedie; l’Italia è all’avanguardia nel know how, perché produce ed esporta sistemi di segnalamento e di controllo del traffico, ma deve ora estenderne l’applicazione anche alle linee delle ferrovie ex concesse e ai tratti a binario unico in cui non è ancora presente”.

Meta conclude ricordando che “il trasporto pubblico locale non era mai stato al centro del dibattito politico come in questi due anni: lo confermano le cifre stanziate nell’ultima finanziaria – a cui si aggiungono i fondi europei, che per il 75 per cento sono destinati proprio al Sud – e i vari decreti del governo in cui il tema è presente. Se strumentalizzazione e sciacallaggio sono squallidi di per sé, diventano addirittura inconcepibili quando il bersaglio è un ministro che ha avviato una fase nuova e che ha assunto pubblicamente degli impegni notevoli: compito del Parlamento – ed è quello che la Commissione da me presieduta sta già facendo – è dunque quello di aiutare il processo in atto”.