• 21/05/2015

“Con la legge sulla ‘Buona Scuola’ si può essere non essere d’accordo, ma attribuire a essa contenuti che non corrispondono al vero non è corretto. Si ottiene solo il risultato di diffondere immotivatamente ulteriori preoccupazioni tra gli insegnanti precari, in particolare per quanto riguarda le procedure di assunzione”. Lo dichiarano Giulia Narduolo e Anna Ascani, componenti Pd in Commissione Cultura alla Camera.

“Facciamo chiarezza. All'articolo 10 – continuano le due deputate democratiche – la legge prevede l'assunzione di 100mila precari dalle graduatorie a esaurimento dal I settembre 2015 e un successivo concorso per titoli ed esami, riservato ai soli abilitati, per l’assunzione di altri sessantamila insegnanti nel triennio 2016-2018. In questo concorso, coloro che hanno conseguito l’abilitazione mediante TFA riceveranno un punteggio aggiuntivo rispetto agli altri abilitati, in modo da non risultare penalizzati rispetto a chi ha maggiori titoli di servizio. I vincitori saranno immediatamente assunti e immessi in ruolo dopo aver superato il canonico anno di prova, come previsto dalla normativa vigente e come ulteriormente specificato anche dall'articolo 11 della legge appena approvata”.

“Questione totalmente diversa – chiariscono Narduolo e Ascani - è invece il nuovo sistema di formazione iniziale e di accesso alla professione docente nella scuola secondaria (art. 23). E’ stata data delega al Governo di provvedere per il futuro, terminata la fase transitoria dell’esaurimento del sistema delle graduatorie e dell'accesso al lavoro per gli attuali abilitati, a introdurre un sistema unitario e coordinato che tenga insieme formazione iniziale, concorso di assunzione e formazione in servizio degli insegnanti. Si tratta di una soluzione estremamente innovativa, di cui occorrerà approfondire i particolari in sede di decreti applicativi, anche se i 'paletti' sono stati specificati nella legge: concorsi nazionali a cadenza regolare, con successivo contratto a tempo determinato di durata triennale di formazione professionale presso istituzioni scolastiche e universitarie, retribuito dallo Stato e non a pagamento degli interessati, come invece è stato per TFA e PAS. Una volta a regime, quindi – aggiungono Narduolo e Ascani - il futuro reclutamento permetterà di abbandonare il sistema delle graduatorie e delle supplenze esterne che abbiamo conosciuto fino a ora. Ci preoccupano le notizie completamente fuorvianti che vediamo passare in queste ore, sia attraverso i social sia attraverso i siti di alcuni quotidiani nazionali. Basterebbe avere letto anche solo una volta il testo della legge per avere un quadro corretto di come sarà strutturato il futuro reclutamento”.

“Ma forse la volontà di chi diffonde informazioni fuorvianti è aumentare ad arte la preoccupazione ed inasprire tensioni tra gli insegnanti precari. Non è questo un buon servizio al mondo della scuola", concludono Giulia Narduolo e Anna Ascani.