• 06/05/2015

Almeno 3.500 bambini palestinesi, intrappolati nell’inferno del campo profughi di Yarmouk, sono esposti agli orrori della violenza jihadista. La situazione peggiora di ora in ora: mancano cibo, acqua, medicinali e protezione. Attualmente non ci sono strutture sanitarie o ospedali attivi. Il campo è stato invaso il primo aprile dall’Isis che vuole arrivare in fretta a Damasco. Nello stesso tempo si intensificano i bombardamenti da parte dell’aeronautica siriana per fermare l’Isis. Una trappola che imprigiona tra due fuochi gli abitanti del campo, e rischia di trasformarlo in una nuova Srebrenica. Questo l’allarme lanciato del l’Unicef.

Il senso della mozione sull’emergenza umanitaria del campo di Yarmouk risiede nella responsabilità etica e politica per cercare di alleviare un dramma che sta avvenendo a pochi passi da noi. Una responsabilità che si deve tradurre in una risposta politica concreta per un contesto di guerra, dove i piccoli profughi vivono una violazione di quasi tutti i diritti dell'infanzia: il diritto alla vita, alla salute, allo sviluppo, a essere nutriti e protetti, a crescere in un ambiente familiare, ma anche il diritto all'istruzione, ad un'identità e a una nazionalità, e soprattutto ad avere ancora progetti per il futuro.

Esprimiamo apprezzamento per la tempestività e la concretezza con cui il ministro Gentiloni ha subito predisposto un sostegno coraggioso di 1 milione e mezzo di euro per salvare l’infanzia dalla furia dell'Isis. Ma accanto agli indispensabili aiuti economici, alimentari e sanitari, occorre promuovere con urgenza tutte le iniziative che si possono mettere in campo per allontanare i bambini dalle zone di guerra, proprio per limitare le sofferenze fisiche e psicologiche che derivano dall’esposizione prolungata a quelle esperienze traumatiche che ne pregiudicano gravemente lo sviluppo.

Questa mozione chiede perciò in primo luogo che il governo prosegua urgentemente nella linea intrapresa con azioni finalizzate all'attivazione immediata di un corridoio umanitario a Yarmouk (come lo stesso ministro Gentiloni ha indicato) per intervenire rapidamente a liberare almeno i bambini. Chiediamo inoltre di valutare le possibili modalità per impegnarsi attivamente nel prevedere programmi immediati di accoglienza, da realizzarsi tramite una permanenza in Italia, secondo forme di affidamento temporaneo. Il nostro Paese ha dimostrato in diverse occasioni la sua generosità . E anche in questi giorni tante famiglie ci scrivono offrendo la loro disponibilità per ospitare piccoli profughi da Yarmouk.

Lo afferma Vanna Iori, deputata del Pd e componente della commissione per l’Infanzia.