• 21/05/2015

Grazie allo storico traguardo della legge sugli ecoreati, l’Italia dà finalmente applicazione concreta al principio del ‘chi inquina paga’. Ecco perché la gestione e il controllo del ciclo dei rifiuti, specie quelli più pericolosi, devono essere efficaci, semplici e trasparenti a tutela dei cittadini e delle imprese. Dal ministero dell'Ambiente sulla questione Sistri, da me sollevata con un'interrogazione in commissione Ambiente alla Camera, arriva oggi una risposta onesta, ma non esaustiva rispetto all'esigenza di rapidità e chiarezza sia sui tempi del bando pubblico per il nuovo sistema di controlli, sia sul tema dei contributi e delle sanzioni. Il Sistri non ha mai realmente centrato gli obiettivi per i quali è nato per una serie di difficoltà operative che hanno pesato soprattutto in termini di aggravio burocratico e di costo sulle aziende, senza peraltro mai garantire un effettivo aumento della qualità e dell'efficacia dei controlli sul flusso dei rifiuti. Per questo motivo è necessario chiarire i criteri e le modalità di affidamento del nuovo sistema che dovrà superare lacune e criticità del vecchio Sistri. I tempi sono molto stretti, dovendo avviare le procedure di gara entro il 30 giugno 2015, come previsto dal dl 91 del luglio 2014. Abbiamo preso atto del lavoro in corso tra il ministero e il Tavolo di concertazione e monitoraggio, ma crediamo che debbano essere valutate con attenzione alcuni aspetti imprescindibili che dovrà avere il nuovo sistema: efficacia della tracciabilità dell'intero ciclo dei rifiuti, semplificazione delle procedure burocratiche e superamento del doppio sistema Mud e Sistri, riconoscimento alle imprese dei costi sostenuti senza poter disporre per lungo tempo di un servizio efficiente. Ora serve più coraggio: senza arretrare di un millimetro rispetto all'esigenza di garantire la tracciabilità dei rifiuti, sul Sistri serve voltare pagina. Per realizzare un sistema più semplice, efficace e trasparente, davvero in grado di contrastare il traffico illegale di rifiuti pericolosi che frutta ai criminali dell'ambiente oltre 4 miliardi l'euro l'anno".

Lo afferma Chiara Braga, deputata e responsabile nazionale Ambiente del Pd.