• 07/10/2015

Noi pronti a rilanciare

«Dopo ben due anni di lavoro con Governo, Ministeri e Commissioni competenti viene chiarita in via definitiva l'abrogazione di una legge razziale del 1939 che vietava ai professionisti di associarsi. Il divieto infatti era già stato abrogato dalla legge Bersani del 1997, dopo l'istituzione delle società di ingegneria con la legge Merloni del 1994. Tuttavia, due sentenze di segno opposto intervenute negli ultimi due anni hanno contribuito a far perdurare il clima d’incertezza: grazie alla svolta odierna, le cose sono finalmente chiare. Rinnovo il mio particolare ringraziamento ai relatori del provvedimento, nonché ai colleghi con i quali il confronto è stato costante e costruttivo, che hanno a tutti gli effetti accolto - ed in parte riformulato - la mediazione proposta dall'emendamento 31.450 a mia prima firma, ritirato alla luce degli sviluppi susseguitisi». Lo dichiara la deputata del Pd, Francesca Bonomo.

"Vorrei che mi si dicesse in quale ordinamento del mondo è previsto che si possa creare un soggetto giuridico che può agire solo nel pubblico e non nel settore privato. Può stare tranquillo il collega Crippa, che ieri in un comunicato ha parlato di rischio di mancanza di assunzione di responsabilità in caso di crollo di costruzioni mal realizzate: la responsabilità è sempre del professionista in ragione della sua iscrizione all'albo professionale; qualora fosse comprovata una corresponsabilità della società sarebbe anch'essa responsabile civilmente e penalmente dell'eventuale incidente occorso in cantiere o anche successivamente", prosegue Francesca Bonomo sottolineando come siano assolutamente infondate le accuse di "sanatoria" mosse in queste ore dai colleghi di M5S e SEL.

"Ricordo che nel settore pubblico le società di ingegneria, diversamente dalle STP, hanno l'obbligo di nominare un direttore tecnico con almeno 10 anni di esperienza, responsabile in solido con la società; ciò avviene anche nel settore privato dove il direttore tecnico della società viene usualmente indicato a garanzia del committente. Semmai è da segnalare il paradosso per cui le STP, nel settore pubblico, non siano tenute alle stesse garanzie previste per le società di ingegneria", aggiunge Bonomo.

"Vorrei inoltre chiedere ai colleghi Tofalo e Crippa, i quali hanno dichiarato ieri in aula - da ingegneri iscritti all'albo - di essere consapevoli dei limiti degli ordini professionali e di essere disposti ad abolirli, come possono ora sostenere che le società di ingegneria debbano iscriversi all'albo? Hanno ancora intenzione di abolire gli ordini o sono forse loro, oggi, ad essere portatori in Parlamento di interessi corporativi? Quando avranno le idee chiare e se mai decideranno di modificare questo retaggio che rende l'Italia un unicum nel panorama europeo, troveranno in me un alleato", conclude la deputata democratica.