• 12/12/2015

“Siamo ad un punto di svolta per il settore”

“Riduzione di almeno il 30% del numero di apparecchi nei bar e altri esercizi commerciali, coinvolgimento dei sindaci nella decisione su come distribuire l'offerta di gioco, rigorosi limiti alla pubblicità. Le misure sul gioco d’azzardo contenute nell’emendamento alla Legge di Stabilità sono il frutto di due anni di lavoro e segnano una svolta nella regolamentazione del settore e nella prevenzione delle patologie a questo collegate. La previsione di un fondo esclusivo di 50 milioni di euro per la prevenzione e la cura, con la disponibilità del Governo a far confluire in questo anche i 50 milioni di euro già previsti nel fondo nazionale sanitario, rappresenta uno strumento fondamentale per chi purtroppo diventa vittima del gioco patologico e per le loro famiglie. Con queste misure avviamo una riforma del settore dei giochi guardando anche al futuro e mettendo in campo strumenti di contrasto e di prevenzione per combattere l’illegalità e insieme la diffusione del gioco patologico”. Così il deputato del Partito democratico Federico Ginato, che ha seguito tutto l’iter di riforma del settore in Commissione Finanze, commenta l’approvazione dell’emendamento alla legge di Stabilità presentato dai relatori in materia di gioco d’azzardo. Tra le misure figurano anche l’assegnazione alla Conferenza Unificata Stato Regioni e enti locali del compito di definire, entro il 30 aprile le 2016, i criteri per la distribuzione territoriale e la previsione di rilascio di nulla osta dal 2017 solo per apparecchi a controllo remoto.
“Abbiamo raggiunto una non facile ma buona mediazione – spiega Ginato – La riduzione del numero di apparecchi e i limiti alla pubblicità, da un lato, il coinvolgimento dei territori nelle scelte di distribuzione e la presenza di un fondo dedicato alla cura e prevenzione, dall’altro, costituiscono le basi per un’azione di contrasto forte in un settore che lo Stato ha il dovere di regolamentare, perché può facilmente sforare nell'illegalità, ma senza incentivarlo e anzi riconoscendo che negli anni scorsi si è esagerato nell’offerta di gioco».