• 10/12/2014

“La direttiva del premier Matteo Renzi è un segnale di grande sensibilità sul tema dell’impunità delle stragi. La declassificazione è un lavoro molto complesso di cui vedremo presto gli esiti e di cui storici e studiosi potranno valutare la portata nell’opera di ricostruzione delle tante verità ancora mancanti. Nei documenti che verranno resi disponibili non si troveranno carte coperte dal segreto di Stato che non può riguardare informazioni relative ad atti terroristici, stragi ed eventi di mafia. Sulla materia della trasparenza degli atti c'è molto da lavorare e senz'altro non esaurisce il buco nero di ombre, reticenze, depistaggi che hanno impedito di ricostruire la verità sugli autori e le menti delle stragi. La norma più generale in merito alla copertura' degli atti della Pubblica Amministrazione è contenuta nel Codice dei Beni culturali e del paesaggio e prevede la loro declassificazione non prima di 40 anni se si tratta di provvedimenti di natura penale, di 50 per gli atti di politica estera o interna dello Stato e di ben 70 anni nel caso di documenti contenenti dati sensibili relativi alle persone. Su questa norma il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sta lavorando perché in effetti rappresenta uno strumento poco agile per muoversi tra documenti spesso di grande importanza per l'intera collettività. Ricordo che il governo ha scelto di rendere pubblici non solo gli atti contenuti negli archivi dei servizi ma di tutte le amministrazioni ed è auspicabili che tutti i comparti facciano il massimo sforzo di apertura di ricerca e trasparenza''.

Lo afferma in una nota Rosa Calipari, vicepresidente della commissione Difesa della Camera e membro del Copasir in merito al versamento all'Archivio di Stato della documentazione dei servizi segreti relativa agli stragi.