• 26/11/2015

La vice presidente della Camera dopo l’incontro Hollande – Renzi

“Nell'incontro e nella conferenza stampa congiunta di Renzi e Hollande a Parigi è emerso con grande chiarezza l'impegno dell'Italia nella lotta al terrorismo di matrice islamica. Alla Francia colpita dalla violenza terroristica ci lega una comune appartenenza culturale e ideale, come ha bene sottolineato il Presidente Renzi alla Sorbona. Il nostro comune obiettivo è quello di sconfiggere Daesh e garantire sicurezza ai nostri Paesi, all'Europa, al Medio Oriente. Per questo occorre che la coalizione internazionale sappia identificare le sue priorità strategiche e superare tensioni e divisioni al proprio interno. Il contributo militare del nostro Paese, in Iraq come in Afghanistan, in Libano come Kossovo è stato confermato è rafforzato recentemente con il via libera al rifinanziamento alle missioni internazionali in corso. Ha fatto bene il Presidente Renzi a ribadire a Parigi la necessità di una attenzione prioritaria alla Libia. L'Italia è pronta ad assumere un ruolo anche militare se ci sarà un quadro di accordo politico tra le principali componenti libiche e se le istituzioni internazionali lo chiederanno. Non si può ipotizzare una presenza internazionale senza un interlocutore riconosciuto in Libia, per questo bisogna fare ogni sforzo per far funzionare l'intesa su cui si sta faticosamente lavorando”.

Lo ha detto Marina Sereni, vice presidente della Camera, commentando su Rainews24, gli incontri all’Eliseo e alla Sorbona.

“Non dobbiamo rinnegare i nostri simboli cristiani e cattolici – ha continuato - Ma, proprio perché la tolleranza fa parte dei nostri valori irrinunciabili, dobbiamo rispettare anche quelli delle altre fedi, dandoci delle regole per tutelare la sicurezza dei cittadini. Il Papa in Nigeria ha iniziato con un incontro tra le diverse religioni, fatto molto importante in momenti difficili come questo”.

“Ancor prima degli attentati di Parigi, abbiamo sostenuto che dalla lotta contro Daesh non si potesse tener fuori la Russia. Oggi tutto il mondo lo riconosce – ha concluso – Guardare all’Europa e continuare a dire che non possiamo fare nulla, non mi sembra costruttivo. Dire che l'Europa non ha fatto o non fa abbastanza non mi sembra aiuti a fare passi avanti. Proprio la straordinaria sfida lanciata dal terrorismo e le emergenze che dobbiamo affrontare possono costringerci a recuperare i ritardi e a conquistare una più forte coesione europea sia nello scambio di informazioni e nel lavoro di intelligence sia nelle scelte di politica estera e di difesa”.