• 01/07/2015

“Il Ministro del Turismo intervenga con urgenza, al pari di quanto è avvenuto in Francia, per vietare le clausole vessatorie imposte dalle multinazionali della intermediazione online, considerato che i tempi tecnici di definizione del ricorso presentato da Federalberghi al Tar non saranno immediati”. Lo dice Tiziano Arlotti, deputato del Pd componente della commissione Attività produttive della Camera che ha presentato una interrogazione al ministro del Turismo, Dario Franceschini, su questo tema.

“Federalberghi ha presentato un ricorso al Tar del Lazio – si legge nella interrogazione - per chiedere la definitiva abolizione dei patti di parity rate, clausole contrattuali imposte dalle multinazionali dell'intermediazione che non consentono all'albergo di pubblicare ‘in chiaro’ sul proprio sito alcune soluzioni che sarebbero molto più vantaggiose per la clientela. Le imprese ricettive oggi pagano ai portali di prenotazione commissioni che possono arrivare anche oltre il 30%. Quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito all’albergo di offrire un prezzo più conveniente sul proprio sito internet. Nel maggio 2014 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se le agenzie turistiche online Booking ed Expedia limitino, attraverso gli accordi con le strutture alberghiere, la concorrenza sul prezzo e sulle condizioni di prenotazione tra i diversi canali di vendita, ostacolando la possibilità per i consumatori di trovare sul mercato offerte più convenienti. Sulla scorta di quanto finora sancito dall'Antitrust a partire dal 1º luglio chi viaggia per vacanza o per lavoro in Italia potrà beneficiare di una importante opportunità: in applicazione delle nuove regole gli alberghi italiani, se contattati direttamente, potranno offrire condizioni migliorative rispetto a quelle pubblicate sui grandi portali. In Francia sono state recentemente vietate le clausole che impongono agli hotel di non pubblicare in chiaro sui propri siti tariffe inferiori a quelle concordate con le multinazionali dell’intermediazione”.