• 09/02/2017

 La commissione Attività produttive della Camera ha espresso una valutazione contraria sulle comunicazioni dell'Ue dal titolo "Verso una politica commerciale solida per l'Ue nell'interesse della crescita e dell'occupazione" e sulla proposta di modifica del regolamento relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di Paesi non membri della Ue, con particolare riferimento alla Cina.

 “Le motivazioni di un parere negativo - spiegano i deputati - nascono dalla premessa secondo cui ci sono alcune economie emergenti, come la Cina, la cui competizione commerciale talvolta assume le caratteristiche di una vera e propria concorrenza economica sleale. In tal senso il Governo italiano si è espresso anche contro un eventuale riconoscimento dello status di economia di mercato alla Cina.

 Inoltre l'Ue appare particolarmente vulnerabile nei confronti di pratiche commerciali sleali rispetto ad altri Paesi, come gli Stati Uniti, che applicano un numero maggiore di misure antidumping, con dazi molto spesso più elevati. I differenziali dei dazi applicati da altri membri del WTO inducono diversi paesi a dirottare la loro produzione verso i mercati europei dove i dazi sono più bassi, con grave danno alle nostre industrie. Esempio clamoroso in tal senso è il settore della siderurgia dove la crescita esponenziale della produzione e delle esportazioni cinesi, anche attraverso pratiche commerciali sleali, ha provocato la perdita di numerosi posti di lavoro in Europa.

Per queste ragioni l'Italia è uno di quei Paesi membri della Ue che vuole eliminare la regola del dazio inferiore in quanto non sufficiente a tutelare efficacemente le imprese europee di fronte al cosiddetto dumping praticato da alcuni partner commerciali.

 Le misure prospettate dalla Commissione europea appaiono eccessivamente indeterminate ed inefficaci  - proseguono i deputati democratici -  vaghe nei loro riferimenti giuridici e potrebbero portare all'apertura di un contenzioso con la Cina, per iniziativa della Cina stessa, davanti al WTO e pertanto sarebbe opportuno valutare criteri per la determinazione del dumping più certi e con un minore margine di discrezionalità.

 Infine riteniamo che le proposte dell’Ue in oggetto non garantiscono quel rafforzamento delle politiche commerciali dei Paesi dell'Ue che ci sembra necessario considerando il contesto economico-commerciale attuale; non riteniamo che sia possibile attribuire alla Cina il riconoscimento dello status di economia di mercato, poiché non vengono soddisfatti i cinque criteri con cui l’Ue ha valutato fino ad oggi lo status di economia di mercato e peraltro a nostro avviso sarebbe opportuno aggiungervi anche quello che fa riferimento al cosiddetto dumping sociale, ossia a pratiche produttive che si basano sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla negazione di diritti irrinunciabili dei lavoratori stessi, riteniamo più in generale che le politiche antidumping europee debbano basarsi su criteri certi e definiti, in modo da non creare situazioni di incertezza e riteniamo che questa posizione della Camera dei Deputati possa essere di grande supporto all’operato del Governo in ambito europeo”, concludono Gianluca Benamati e Ludovico Vico.