• 04/07/2014

“Desta sconcerto la Bundesbank che non vuol sentirsi dire da Renzi cosa bisogna fare. Il presidente della banca centrale Weidmann, autorità pubblica non eletta, dovrebbe rispettare di più le opinioni del presidente del consiglio di un grande Paese come l'Italia, tra l'altro segretario di un partito che prendendo undici milioni di voti è oggi il partito con più consenso popolare in Europa”.

Sono più di vent'anni che tutti gli europei debbono sorbirsi le lezioni della Bundesbank. E il più delle volte quelle dei guardiani di Francoforte si sono rivelate lezioni sbagliate. Chi ha un po' di memoria ricorda che la Bundesbank, anche contro i capi di governo di centrodestra del proprio Paese, ha spesso combattuto e perso battaglie di retroguardia. Come quando Karl Otto Pöhl e dopo di lui Helmut Schlesinger e Hans Tietmeyer tentarono di contrastare i progetti politici di Helmut Kohl sulla riunificazione monetaria delle due Germanie e l'accordo con Mitterrand sull'euro. Pöhl e Tietmeyer provarono a tirare per la giacchetta Kohl (che era Kohl!) e vennero rintuzzati. Oggi Weidmann prova a tirare per la giacchetta la Merkel e sono convinto che verrà anche lui rintuzzato come i suoi predecessori. L'accordo Merkel-Renzi reggerà. Nonostante la Bundesbank. E nonostante le intemperanze di Manfred Weber”.

Così il deputato Pd Dario Parrini, commissione Bilancio.