• 21/02/2017

Sono di oggi i dati Unicef sui bambini che rischiano di morire di fame - ben 1,4 milioni in Yemen, Nigeria, Somalia e Sud Sudan -  che ancora una volta ci fanno rabbrividire e che non ci possono lasciare indifferenti. Sono dati che ci fanno riflettere sul ruolo che anche l’Europa deve avere nel mondo per aiutare vittime innocenti ad uscire da una vita di sofferenza, disumana e ingiusta.

Sono bambini gravemente malnutriti che rischiano di morire di fame a
causa delle carestie, dei cambiamenti climatici, di cui tutti siamo responsabili, a cui i paesi europei devono tendere un aiuto concreto, con la messa  a punto di seri  e importanti interventi umanitari, creando un numero maggiore di  corridoi umanitari, di quanti già ce ne siano, facendo della cooperazione internazionale uno strumento sempre più efficace e mirato. Dobbiamo fare in modo che i bambini non siano costretti a imbarcarsi sulle carrette del mare, rischiando la morte o di essere strumento per trafficanti di organi.
I dati Unicef sono un monito per tutti coloro che, in Italia e nel resto d’Europa, in modo cinicamente strumentale parlano di immigrati di serie a e di serie b. Il diritto dei bambini alla vita non è soltanto per chi fugge dalla guerra, ma anche per  chi fugge dalle malattie e dalla fame.
L’Onu e l’Europa trovino le risorse e i modi per intervenire e scongiurare  tanta sofferenza.  L’Italia, così vicina anche geograficamente all’Africa ciclicamente minacciata da carestie, si faccia promotrice nelle sedi opportune per politiche solidali e d’intervento umanitario”. Così Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.