• 27/02/2016

«Con il voto del Senato sulle Unioni civili, e con la probabile conversione senza modifiche alla Camera nelle prossime settimane, il nostro Paese compie un passo avanti sui diritti che colma un ritardo di decenni. Sono convinto che il punto di equilibrio trovato rappresenti la miglior sintesi possibile tra le sensibilità interne al Parlamento, e che, soprattutto, interpreti le sensibilità del paese.

Non si è trattato - come alcuni organi di informazione hanno schematicamente e caricaturalmente cercato di rappresentare - di un confronto tra laici e cattolici o tra modernismo e oscurantismo culturale, ma di un confronto schietto tra sensibilità diverse e molto trasversali.

Il tema dell’adozione del figlio del partner, ed il rischio correlato della maternità surrogata, che ha tormentato la coscienza mia e di tanti nell’interesse dei minori coinvolti, credo sia stato giusto ricondurla nel contesto di una riflessione più complessiva sugli istituti paragenitoriali dell’adozione e dell’affido.

Ancora una volta però, spiace aver dovuto constatare che troppi in Parlamento hanno avuto atteggiamenti, in alcuni casi di stupefacente presunzione culturale, ed in altri di evidente cinismo e strumentalità politica, assolutamente inaccettabili. Coloro che hanno lavorato in queste settimane per far saltar la legge o esclusivamente per mettere in difficoltà il Partito Democratico, sono rimasti delusi.

Esprimo la soddisfazione per il raggiungimento di un traguardo importante: quello del riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali, che solo pochi mesi fa pareva insperato. Passo che finalmente ci allinea alle altre democrazie occidentali.

Sono certo che la norma approvata sarà valutata meglio ed apprezzata quando si saranno calmate le polemiche strumentali che hanno caratterizzato questi ultimi passaggi, con troppe uscite fuori dalle righe, e si dovrà riconoscere che il merito del risultato è dovuto soprattutto alla capacità di sintesi tra le varie sensibilità interne che ha avuto il partito democratico».