• 10/06/2015

“I dati diffusi in questi giorni da diverse agenzie, compresi quelli odierni del rapporto Eurostudent, testimoniano di un sistema universitario italiano bloccato nella sua fondamentale funzione di ascensore sociale”. Lo dichiara Manuela Ghizzoni, deputata del Partito Democratico, a margine del convegno “Università e lavoro. Condizione studentesca e occupabilità in Italia” svoltosi oggi a Roma.

“Il calo degli studenti lavoratori – spiega Ghizzoni - dovuto alla crisi occupazionale, l’appoggiarsi costante sul supporto delle famiglie, il mancato accesso all’Università degli studenti che provengono dalle fasce sociali più svantaggiate, il continuo accrescersi del divario tra Centro-Nord e Sud del Paese: sono tutti elementi che non possono non preoccupare soprattutto se letti insieme all’incremento della tassazione universitaria e al contemporaneo calo del numero degli studenti che hanno avuto borse di studio o agevolazioni fiscali”.

“Per fortuna – continua Ghizzoni - a questi elementi negativi possiamo accostare esperienze positive come quelle rappresentate dai Collegi di merito, che ci forniscono esempi concreti di buone prassi da diffondere e supportare e da mettere in campo a partire dalla prossima Legge di stabilità. Molte delle proposte contenute nel documento che la Ccum ha consegnato alla politica sono condivisibili. Per quanto attiene alle esperienze di tirocinio e apprendistato degli studenti, io penso non sia tanto un problema di uniformare la legislazione – una legge in materia già c’è – ma di trovare modalità che consentano un accesso equo e di pari opportunità su tutto il territorio nazionale”.

“Da potenziare - aggiunge la deputata democratica - anche le possibilità concrete di certificare non solo le competenze formalmente acquisite dai nostri giovani, ma anche quelle ‘trasversali’, capaci di dimostrare le reali capacità acquisite da uno studente anche attraverso esperienze e impegni extracurriculari. Stesso discorso vale per la mobilità internazionale a cui ha accesso un numero ancora troppo basso di studenti. Non c’è solo l’Erasmus, bisogna incrementare la permanenza all’estero, gli scambi tra studenti, ma anche tra ricercatori e tra docenti- Infine la nota dolente dell’edilizia residenziale studentesca: nel 2000, l’allora governo di centro-sinistra, emanò una legge innovativa che però non è stata, nel prosieguo, applicata in tutte le sue potenzialità”.

“Bisogna restituire gambe e sostegno a questa legge per consentire quella residenzialità studentesca che possa liberare i meno abbienti da scelte universitarie fatte per ‘sopravvivenza’ e consentire quella proficua convivenza che è uno degli elementi di forza dei Collegi di merito. Insomma, occorre un salto di qualità del sistema perché l’ambiente universitario divenga quell’ambiente sfidante e stimolante che ritroviamo nei Collegi di merito”, conclude Manuela Ghizzoni.