• 18/06/2014

“La Commissione Cultura della Camera ha approvato oggi all’unanimità, col parere positivo del Ministero dell’istruzione, una risoluzione che impegna il governo a risolvere i problemi evidenziati dalle prime tornate dell’abilitazione scientifica nazionale, cioè la ‘patente scientifica’ necessaria per partecipare ai concorsi universitari”. Lo dichiara Manuela Ghizzoni, deputata del Partito Democratico che l’8 aprile scorso ha presentato una risoluzione da cui è ricalcata quella unitaria approvata oggi, la quale comprende anche argomentazioni e tesi presenti nei testi paralleli presentati dagli onorevoli Santerini e Vacca.

“Con la risoluzione - spiega la Ghizzoni – il governo s’impegna a seguire un preciso indirizzo: le norme sull’abilitazione vanno certamente migliorate in base all’esperienza ma la procedura deve essere mantenuta senza alcuna sospensione perché dopo molti anni di incertezza l’università italiana ha assoluto bisogno di un sistema chiaro e regolare di selezione e reclutamento del proprio personale docente”.

“Dopo anni di blocchi al turn-over e in presenza di una vera e propria emorragia di docenti – continua la deputata Pd – è necessario e urgente rimuovere quanto prima i blocchi per riaprire le assunzioni di giovani e le promozioni dei meritevoli. E’ un impegno su cui stiamo già lavorando in vista della prossima legge di stabilità. Ma è altresì indispensabile rendere stabili e correttamente meritocratiche le norme relative alla carriera universitaria. La prima applicazione del meccanismo dell’abilitazione ha messo in evidenza oscurità e incertezze normative che talora non hanno premiato persone che lo meritavano generando centinaia di ricorsi ancora in discussione davanti ai tribunali amministrativi. D’altra parte sarebbe un grave errore fermare ancora una volta tutto. Si pensi solo ai giovani ricercatori a tempo determinato che attendono l’abilitazione per poter essere assunti come professori associati”.

“Così abbiamo preferito indicare al governo la strada di un’attenta messa a punto della normativa elencando una serie di puntuali interventi legislativi e regolamentari su cui c’è già una larga convergenza e che quindi potrebbero avere un rapidissimo iter. L’Università italiana lo merita proprio”, conclude Manuela Ghizzoni.